Le macchine crittografiche venivano usate per spiare oltre cento Stati
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Crypto SA: fare luce, ma come?

Primo rifiuto di una commissione parlamentare d'inchiesta

  • keystone
  • 03.03.2020
  • 36 min
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No dell'ufficio presidenziale del Consiglio nazionale alla creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta. Questa la decisione, attesa da settimane, che frena al momento l'intervento del parlamento per far luce sul cosiddetto “caso Crypto”, dal nome di una società di Zugo che per decenni ha spiato a partire dalla Svizzera oltre cento di altri Stati. Società dapprima pilotata e in seguito di proprietà della CIA e dei servizi segreti tedeschi. Toccherà dunque alla delegazione delle commissioni della gestione cercare di capire quale fu il ruolo ufficiale della Svizzera, e del governo in particolare, in relazione alle attività di spionaggio della Crypto SA di Zugo.

Basterà questo tipo inchiesta? O sarebbe più utile disporre di una vera e propria commissione parlamentare d'inchiesta, come continuano comunque a chiedere Socialisti e Verdi, che hanno inoltrato due iniziative in questo senso. E poi, più in generale, quali sono le conseguenze di quello che da più parti viene definito uno scandalo sulla neutralità e sulla sovranità del nostro Paese?

Tematiche e domande che rivolgiamo ai nostri ospiti:

Rocco Cattaneo, consigliere nazionale PLR/TI e membro della commissione della politica di sicurezza

Roger Nordmann, capogruppo del Partito socialista svizzero

Martin Candinas, consigliere nazionale PPD/GR e membro della commissione della politica di sicurezza

Con un'intervista registrata a:

Balthassar Glättli, capogruppo dei Verdi svizzeri

Bruno Storni, consigliere nazionale PS/TI

Benjamin Roduit, consigliere nazionale PPD/VS

Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay

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