Secondo il consiglio federale la ricerca sui test genetici ha oramai sorpassato la legge in vigore. Oggi questi esami sono disponibili rapidamente ed a basso costo, si possono effettuare anche online e in farmacia. Possono servire fra l’altro anche a raccogliere informazioni personali che possono interessare gli assicuratori vita e le casse malati. Con dei test non invasivi sul nascituro si possono scoprire già nei primi giorni di gravidanza il sesso e le predisposizioni del figlio, i suoi rischi di patologie e le sue possibilità di carriera. Ma fino a dove è giusto spingersi con questo sviluppo che suscita anche una serie di questioni etiche? Come difendere il principio della protezione della personalità? Come evitare un utilizzo scorretto dei numerosi dati che vengono raccolti con questi test.? Se sul principio di una revisione della legge sono tutti d’accordo c’è dibattito sulle misure da adottare per evitare gli abusi senza ostacolare il capitolo della ricerca e della prevenzione. Se ne discute a Modem con i consiglieri nazionali Angelo Barrile (Ps) e Kathy Riklin (ppd) con il professore di etica Alberto Bondolfi e con il medico e pediatra Pierluigi Brazzola, membro della commissione nazionale di esperti per gli esami genetici sull'essere umano.

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