Si chiamano “Puff bar”, sono le sigarette elettroniche di ultima generazione, quelle usa e getta, che stanno preoccupando genitori, mondo della scuola e medici, perché tra gli adolescenti il loro consumo sarebbe in forte crescita. Colorate, facili d’impiego, dagli aromi accattivanti, inodori, si stanno rivelando un inaspettato cavallo di troia al servizio di chi ha interesse a generare dipendenza dalla nicotina.
"Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un vero boom, e oltre a qualche allievo colto in flagrante, sappiamo anche di un florido commercio!" Questo un passaggio della lettera che la direzione delle Scuole medie di Mendrisio ha inviato ai genitori, la scorsa settimana, sulle sigarette elettroniche di nuova generazione, simili a chiavette o ad evidenziatori.
Le controversie sollevate dalle cosiddette e-cig non sono certo nuove, ma ora ci si trova di fronte a qualcosa di inedito, proprio perché oggetti più discreti, che si notano meno in un astuccio o in uno zaino. Dipendenza svizzera, in un sondaggio del 2018, rendeva attenti sul fatto che il 42% tra i ragazzi di 14 anni aveva già fumato una sigaretta elettronica (il 50,9% tra quelli di 15 anni). Impressionante anche il dato tra le ragazze (27,5% per le 14enni; 34,8% per le 15enni). Secondo gli esperti esistono 400 tipi di sigarette elettroniche che contengono circa 7'000 sostanze senza che vengano menzionate.
A rendere il quadro ancora più fosco, in molti cantoni e a livello federale, la regolamentazione della loro vendita e del loro consumo resta praticamente inesistente. Quale la portata del fenomeno? Quali i pericoli? Quali le possibili risposte? Ne discutiamo con:
Valentina Bianchi Galdi, medica, esperta nel trattamento della tabagismo, Ars Medica;
Mario Puppo, presidente di SVTA, l’associazione svizzera dei commercianti di sigarette elettroniche;
Luciano Ruggia, direttore di AT Svizzera, l’associazione per la prevenzione del tabagismo.
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