Un progetto da 400 milioni
Modem

Il tram-treno dei desideri

Il Dipartimento del Territorio ticinese ha presentato il messaggio per la sua realizzazione

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  • 18.09.2017
  • 36 min
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Una rivoluzione, una pietra miliare: nello svelare il progetto non ha mancato di ricorrere ad espressioni forti il consigliere di stato Claudio Zali. L’opera non è certamente gratuita ma verrà in buona parte finanziata dalla Confederazione attraverso il Programma di sviluppo strategico dell’infrastruttura ferroviaria: oltre 263 milioni di franchi giungeranno da Berna e serviranno per coprire buona parte dei 400 milioni previsti per l’edificazione della prima tratta, la Bioggio-Lugano, costituita da un viadotto di 700 metri e da una galleria da Breganzona della lunghezza di 2130 metri, cui si affiancherà anche la Manno-Bioggio. L’opera verrà completata con il sottopasso pedonale di Besso, che collegherà la stazione FFS alla nuova stazione sotterranea del tram. Costo: altri 43,4 milioni di franchi.

Se tutto dovesse andare in porto senza intoppi, Lugano ed il suo agglomerato potranno usufruire della nuova struttura dal 2027. Il tempo di percorrenza dalla Valle del Vedeggio e dal Basso Malcantone verso Lugano si ridurranno drasticamente e la capacità di trasporto di passeggeri, grazie ad una frequenza maggiore, farà un balzo in avanti. Si tratta di un cambio di paradigma nel sistema della mobilità salutato positivamente in generale da tutti, anche se non mancano delle rimostranze di natura soprattutto tecnica e dei timori legati a eventuali opposizioni. Il contesto, tutt’altro che pacifico, è quello del programma di agglomerato regionale. Ne discutiamo a Modem con:

Claudio Zali, responsabile del Dipartimento del Territorio del Canton Ticino; Marco Borradori, sindaco di Lugano e Werner Herger, segretario dell’Associazione Traffico e Ambiente della Svizzera italiana.

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