Non è una parola ma l'Oxford Dictionaries ha eletto la faccina che piange dalle risate parola dell'anno. Dopo aver “sdoganato” l’altra espressione divenuta famosa come selfie, gli studiosi britannici hanno motivato la scelta sostenendo che il simbolo rappresenta "Un aspetto centrale della vita digitale di un individuo, che deve essere basata su contenuti visivi, emotivamente espressivi e ossessivamente immediata". La scelta ovviamente fa discutere perché adotta un pittogramma quale nuovo, veloce e generalizzato modo di comunicare.
Nella sfida fra faccine il sorriso lacrimoso ha superato gli altri termini in ascesa nel corso dell'anno, tra cui They (persona dal sesso non specificato), Sharing economy, Refugee e Ad Blocker (il software che blocca la pubblicità dei siti web). Ciò che vale per l’inglese vale anche per l’italiano? L’alfabeto tradizionale è in pericolo? Ritorneremo ai simboli per esprimerci?
Per discuterne a Modem intervengono:
Lorenzo Cantoni, professore all'Università della Svizzera italiana, e direttore dell´Istituto di Tecnologie per la Comunicazione; Alessio Petralli, linguista e direttore della Fondazione Moebius Lugano per lo sviluppo della cultura digitale; Luca Piergiovanni, professore di italiano alle scuole medie; Andrea Rigazzi, redattore di Rete Tre.
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