In Svizzera la politica si muove per ridurre il potere di piattaforme internet come booking.com. Sostenuto da un buon numero di colleghi a Berna, il senatore PPD solettese Pirmin Bischof chiede che certe pratiche adottate da questi servizi online siano messe fuorilegge. Il riferimento va in particolare alla cosiddetta “parity rate”: la clausola che impedisce agli albergatori che ricorrono a queste piattaforme di proporre altrove prezzi più vantaggiosi. E le mani sono legate persino per le offerte “last minute”.
Allora che dire? Abuso di una posizione dominante sul mercato da parte di queste piattaforme? Pressione eccessiva sugli albergatori? La domanda è lecita per un settore per il quale oggi vivere ed attirare clienti senza una visibilità sul web è sempre più difficile. In altri paesi qualcosa è stato fatto per correggere il tiro. In Svizzera la Commissione per la concorrenza non sembra però intenzionata ad agire.
Ne discuteremo a Modem con:
Lorenzo Studer, albergatore;
Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotelleriesuisse ticino e membro del CdA di Ticino tusimo, l’Agenzia per il turismo ticinese;
Claudio Visentin, professore all'USI, storico del turismo.
In registrato, Elia Frapolli, direttore dell'Agenzia Turistica Ticinese
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