I giochi non sono ancora fatti ma, almeno all’interno della Commissione della Gestione, si è finalmente trovato un accordo di principio e quindi una maggioranza fra Lega dei ticinesi, Partito Liberale Radicale e Il Centro. La prova del nove la si avrà a partire dal 5 febbraio quando inizieranno i lavori del Gran Consiglio, perché fra emendamenti e opposizioni il voto in parlamento non sarà certo una formalità; l’UDC da una parte, Socialisti e Verdi dall’altra, presenteranno due rapporti di minoranza.
Una situazione che ha spinto Lega dei Ticinesi, Centro e PLR a trovare un compromesso di maggioranza, e fra le decisioni spiccano la rinuncia a risparmiare sui sussidi per le casse malati, oltre agli interventi di risparmio sul personale. Un compromesso che ha richiesto dei passi indietro da parte di tutti e tre i partiti, tanto che non mancano le riserve e i distinguo. In aula potrebbero così essere parecchi gli emendamenti da discutere, anche se con la proposta ora sul tavolo - grazie ai “tagli sui tagli” operati dalla Commissione della gestione - il deficit previsto sale a circa 120 milioni di franchi invece dei 97 milioni della variante del Consiglio di stato.
Su questo preventivo sofferto e combattuto e sulle prospettive finanziarie del Canton Ticino a Modem si esprimono i gran consiglieri e membri della Commissione della gestione:
Maurizio Agustoni, capogruppo del Centro in Gran consiglio;
Bixio Caprara, del Partito liberale radicale, fra i vicepresidenti della Commissione della gestione;
Michele Guerra, della Lega dei Ticinesi e presidente della Commissione della gestione.
Registrate sentiremo anche le valutazioni di Ivo Durisch, capogruppo del Partito Socialista, e di Tiziano Galeazzi, gran consigliere UDC.
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