“Meno regali ai ricchi, più borse agli studenti”. Con questo slogan il SISA, Sindacato indipendente studenti e apprendisti, ha lanciato una petizione indirizzata al Parlamento ticinese, dal titolo: “Per un rafforzamento delle borse di studio, per un’istruzione più equa per tutte e tutti”.
Il SISA, ricordando l’avvenuto pareggio dei conti dello Stato, chiede che i peggioramenti avvenuti in particolare con le misure di risparmio del preventivo 2014 e con la nuova Legge del 2015 (LASt) siano compensati aumentando le borse di studio da 16mila a 20mila franchi e con altre misure a favore del ceto medio.
Anche il direttore del DECS, il Dipartimento educazione, cultura e sport, Manuele Bertoli ammette che le difficoltà finanziarie e le conseguenti misure di risparmio del Cantone nel corso degli ultimi decenni sono purtroppo andate anche ad intaccare seppur parzialmente e in misura minore anche il volume delle prestazioni erogate”.
Nonostante ciò – aggiunge Bertoli – “il Ticino rimane fortunatamente ancora tra i cantoni più attivi in questo settore, testimoniando così il suo impegno verso le pari opportunità d’accesso alla formazione dei giovani.”
Assistiamo dunque a uno smantellamento dell’aiuto statale alla formazione che colpisce in particolare i ceti medi, oppure sono adeguamenti necessari per favorire maggiormente gli strati più deboli della società, con misure più eque?
Modem ne discute con:
Zeno Casella, Coordinatore SISA
Manuele Bertoli, Consigliere di stato
Mauro Dell’Ambrogio, Segretario di stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione
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