È ormai da tempo che la Svizzera italiana attende l’apertura del tunnel di base del Monte Ceneri. A dicembre 2020, col nuovo orario, entrerà in esercizio la nuova galleria. Un tunnel da 15 km tra Camorino e Vezia che rivoluzionerà la mobilità in Ticino.
Il credito quadro di oltre 461 milioni per questo quadriennio rappresenta un importante maggior onere – per chi finanzia – tra il 50-60 % in più del finanziamento attuale. A pagare, in primis, il Canton Ticino con oltre 350 milioni; poi Confederazione e infine i comuni che pure saranno chiamati alla cassa. Un credito che servirà per potenziare linee e percorrenze, non solo per il treno, ma per l’insieme del trasporto pubblico, per gli spostamenti tra gli agglomerati e all’interno delle zone urbane. Un ruolo – sottolinea il consigliere di stato Claudio Zali, convinto promotore del potenziamento – che sarà “concorrenziale rispetto al traffico privato motorizzato”.
Nonostante l’imponente credito quadro, il progetto, a parte le ovvie rivendicazioni regionali, non ha incontrato grandi ostacoli a livello politico. Tutti più o meno d’accordo. Semmai, qualche interrogativo sorge in questo periodo di pandemia Covid-19: ha senso, oggi, investire per potenziare il trasporto pubblico, quando la paura del contagio ha drasticamente diminuito il numero di passeggeri sui trasporti pubblici? O investire oggi significa anticipare i tempi per una diversa mobilità domani?
Modem ne discute con:
Mirco Moser, capo della sezione mobilità, Dipartimento del territorio
Nicola Pini, granconsigliere PLR, co-relatore del rapporto commissionale
Bruno Storni, consigliere nazionale PS, vicepresidente Associazione traffico ambiente
Roberta Cattaneo, direttrice regionale FFS
Alex Malinverno, responsabile vendita Autopostale sud
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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