Si chiama “Adrift” il primo vero album di Arthur Hnatek, rinomato maestro della batteria jazz diventato sperimentatore elettronico, già Premio Svizzero di Musica e osannato da personaggi come Tom Ravenscroft e Gilles Peterson di BBC6.
Dopo una lunga serie di singoli, EP e collaborazioni entusiasmanti inaugurata nel 2020, il musicista ginevrino di stanza a Zurigo aggiunge un nuovo tassello al suo puzzle evolutivo. Spingendosi oltre i confini delle convenzioni, Hnatek ridefinisce il concetto di musica elettronica contemporanea mescolando improvvisazioni percussive acustiche e cultura club, in un processo di semplificazione ritmica che è semplice solo all’apparenza.
Nel suo primo LP distribuito da Mouthwatering Records e disponibile anche in vinile, Arthur alterna ambienti dancefloor a paesaggi sonori onirici, passando dalla Breakbeat e dall’IDM.
Il titolo “Adrift” dice tutto: andare alla deriva, in balia della corrente, senza un porto dove attraccare.
La nostra chiacchierata è partita proprio da lì, da quell’idea che, alla fine, c’è una componente dell’arte creativa che non potrai mai controllare.
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