Il bagliore del tramonto alpino come metafora della metamorfosi dall’oscurità alla luce, dal pesante al leggero, da ciò che è famigliare all’ignoto.
“Alpenglow” è l’album di debutto del progetto losannese Yoyoya, un collettivo d’artisti con una lunga esperienza in altre entità romande. Thats Xayachack e Olivier Schubert militavano nel gruppo math e post rock Brutus una quindicina d’anni fa; Christian Pahud (in veste di produttore) é in forza agli storici Honey For Petzi e poi c’è Delphine Bovey, autrice dei testi, delle immagini e dei videoclip di questo originale album.
Il fil rouge delle 9 canzoni di “Alpenglow” è la contemplazione. Cantando in inglese, francese, giapponese e laotiano, con un originale pop anni 70 che trae ispirazione dal math-rock e dal post-rock dei loro gruppi passati, Yoyoya attraversano atmosfere inquietanti e paesaggi maestosi, per raccontare la montagna, il vagabondaggio, l’amore, la solitudine e la gioia della vita condivisa; concetti semplici e universali, ma più che mai necessari in una società sempre più frenetica ed esigente.
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