Un ufficio postale elvetico
Controcorrente

Chiusura degli uffici postali: è davvero una via senza ritorno?

Di Antonio Bolzani

  • Keystone
  • 6.9.2024
  • 41 min
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Entro il 2028 la Posta dovrebbe chiudere una ventina dei 62 uffici postali presenti nella Svizzera italiana. Verrebbe da dire nulla di nuovo per quanto riguarda gli scenari futuri; le ristrutturazioni, le progressive chiusure di filiali e le scelte della Posta sono oramai chiarissime da tempo. E la vostra reazione qual è? Siete rassegnati ad una situazione che sembra definitivamente delineata o si potrebbe e dovrebbe ancora fare qualcosa? Quanto hanno inciso le nostre mutate abitudini sulla politica e sulle strategie della Posta? Le filiali colpite dalla misura – secondo quanto ha riportato il quotidiano laRegione nei giorni scorsi - sarebbero Cadro, Maglio di Colla, Mezzovico, Lodrino, Mesocco, Novazzano, Arzo, Locarno-Solduno e Verscio. A Bellinzona, sarebbero invece le filiali “Semine” e “San Paolo” a chiudere i battenti. I Comuni interessati sarebbero già stati contattati. Si sapeva che il Ticino sarebbe stato uno dei Cantoni più colpiti da questa riorganizzazione che significa “tagliare” un importante numero di dipendenti. Inoltre andrebbe anche peggiorato in generale il servizio sul nostro territorio. La Posta non ha fornito alcuna informazione ufficiale al riguardo; da quanto è emerso sui media sembra che i dipendenti siano stati informati solo parzialmente e che i comuni interessati, o perlomeno la maggior parte, hanno ricevuto queste informazioni. Intanto contattata dalla RSI, la Posta si è limitata per ora a confermare di aver informato i collaboratori senza tuttavia confermarci i luoghi e le cifre di possibili licenziamenti, e rinviando per una comunicazione dettagliata all’autunno. Dopo aver lanciato una petizione per sensibilizzare sul tema, alcuni giorni fa il sindacato Syndicom ha scritto a tutti i Comuni che hanno delle filiali postali, invitandoli a contattare il sindacato e a opporsi all’eventuale chiusura. Riorganizzazioni, ristrutturazioni, licenziamenti e chiusure di filiali: sono espressioni che negli ultimi anni sono state molto ricorrenti nel lessico della Posta, concetti che indicano che la situazione resta difficile e critica sia sul piano dell’occupazione sia su quello dell’offerta di servizi della Posta che -lo ricordiamo- è un ente autonomo di diritto pubblico la cui forma giuridica è quella di società anonima di diritto speciale ai sensi della Legge sull’organizzazione della Posta. L’azienda è strutturata come una holding. Le società strategiche del gruppo, Posta CH SA, PostFinance SA, AutoPostale Svizzera SA, Posta CH Comunicazione SA, Posta CH Rete SA e SPS Holding SA svolgono le attività operative, riunite sotto La Posta Svizzera SA. L’unico azionista e proprietario della holding è la Confederazione. In seno all’Amministrazione federale, i compiti connessi con la proprietà sono svolti dal segretariato generale del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) in collaborazione con l’Amministrazione federale delle finanze (AFF). Chiusura degli uffici postali: è davvero una via senza ritorno? Dite la vostra in diretta allo 0848 03 08 08; oppure scriveteci via Wathsapp allo 076 321 11 13.

È ospite:
Marco Forte, responsabile regionale di Syndicom

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