Entro il 2028 la Posta dovrebbe chiudere una ventina dei 62 uffici postali presenti nella Svizzera italiana. A darne notizia è il quotidiano laRegione che anticipa anche le ubicazioni delle filiali che sarebbero già state individuate a questo scopo. “Sapevamo che il Ticino è uno dei cantoni più colpiti da questa riorganizzazione. – dichiara alla RSI Marco Forte, responsabile regionale di Syndicom – Queste cifre non ci sorprendono e ci preoccupano molto”.
Vuol dire tagliare un importante numero di dipendenti, sottolinea Forte, che precisa: “Oltre che peggiorare in generale il servizio sul nostro territorio”.
Le filiali colpite dalla misura – secondo laRegione - sarebbero Cadro, Maglio di Colla, Mezzovico, Lodrino, Mesocco, Novazzano, Arzo, Locarno-Solduno e Verscio. A Bellinzona, sarebbero invece le filiali “Semine” e “San Paolo” a chiudere i battenti. I comuni interessati sarebbero già stati contattati.
Si parla anche di Faido, ma in questo caso - secondo informazioni raccolte dalla RSI - si tratterà di uno spostamento e resterà una filiale gestita dalla Posta.
“La Posta non ci ha fornito alcuna informazione al riguardo – sottolinea Forte – Sappiamo che i dipendenti sono stati informati solo parzialmente e che i comuni interessati, o perlomeno la maggior parte, hanno ricevuto queste informazioni”
Dopo aver lanciato una petizione per sensibilizzare sul tema, pochi giorni fa Syndicom ha scritto a tutti i comuni che hanno filiali postali, invitandoli a contattare il sindacato e a opporsi all’eventuale chiusura. Ma quanti dipendenti sarebbero toccati, se la prospettiva è questa? “Non ho queste cifre – risponde Forte – Sappiamo che a breve ci sarà una prima riorganizzazione a livello di quadri e questo già comporterà un esubero di qualche unità di personale e su quello stiamo lavorando anche in collaborazione con la responsabile regionale del settore per evitare licenziamenti. Comunque la situazione resta difficile e critica”.
Una prima riorganizzazione, quella appena citata, che da informazioni raccolte dalla RSI comporterebbe una decina di esuberi entro fine anno e questo proprio in vista del successivo passo: con la chiusura degli uffici postali. Intanto contattata dalla RSI la Posta, si limita per ora a confermare di aver informato i collaboratori senza tuttavia confermarci luoghi e cifre, e rinviando per una comunicazione dettagliata all’autunno.