Le Olimpiadi vivono grazie alle grandi storie di sportivi che, contro ogni avversità, riescono a superare i propri limiti e raggiungere i propri obiettivi. Ma, ovviamente, per tre atleti che salgono sul podio in ogni disciplina ce ne sono decine, centinaia o migliaia che invece vedono quel traguardo lontanissimo e irraggiungibile. Per tanti di questi sportivi il successo olimpico resta una chimera, una macchia indelebile sulla carriera. Per alcuni invece il sogno si realizza, dando un senso a tutti gli sforzi e le delusioni passate.
La prima volta e il grande ritorno
Sono due i grandi atleti che sono riusciti a chiudere il cerchio conquistando l’oro a Parigi 2024. Il primo è sicuramente Novak Djokovic, al quale mancava soltanto la medaglia più preziosa per completare un palmarès altrimenti perfetto. Ha dovuto attendere i 37 anni d’età e la quinta Olimpiade per riuscirci e ha dovuto battagliare quasi tre ore con un Carlos Alcaraz stellare, ma ha infine potuto buttarsi sulla terra rossa del Philippe Chatrier e lasciarsi andare a un pianto irrefrenabile di gioia. La ciliegina su una carriera costellata di successi, ora completa.
Chi di ori ne aveva già conquistati a iosa invece era Simone Biles, la quale negli ultimi anni ha dovuto però combattere demoni che esulano dal mero contesto sportivo. La delusione di Tokyo 2020 poteva essere un punto d’arrivo per chiunque, ma non per la più grande ginnasta di tutti i tempi. Che lavorando duro e sconfiggendo i propri demoni è tornata più forte di prima, aggiungendo altre due vittorie alla propria legacy.
La maledizione continua
Per atleti che ce l’hanno fatta abbiamo detto che devono esserci degli sconfitti. È crudele ma è la dura legge dello sport, che non fa sconti a nessuno. Nemmeno all’Italvolley maschile, che da trent’anni a questa parte è una delle squadre più forti della disciplina ma che a livello olimpico non riesce proprio a esultare. A partire da Barcellona 1992 con la “Generazione di Fenomeni” fino alla squadra di quest’anno, laureatasi campione del mondo nel 2022, i cinque cerchi hanno significato soltanto delusioni per gli Azzurri. Anche in questa edizione infatti il sogno dorato si è spezzato in semifinale per mano della Francia, rimandando l’appuntamento con la storia a Los Angeles 2028.
Meno maledetta ma pur sempre delusa è la Serbia del basket. Una delle Nazionali più forti nel panorama mondiale che non riesce però mai a levarsi di dosso quella sensazione di incompiutezza. Dalla scissione della Jugoslavia infatti i serbi hanno sempre e solo sfiorato il bersaglio grosso, arrivando al massimo secondi a livello europeo, iridato e olimpico. La partita contro gli Stati Uniti è l’emblema della squadra balcanica: gioco stellare per quasi tutto il match per poi sciogliersi nel momento decisivo. Andarci vicino purtroppo non è bastato, per un altro finale ripassare tra quattro anni.
Parigi 2024, il decisivo e spettacolare tie-break di Djokovic contro Alcaraz (04.08.2024)
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