Conosciuta per il suo podcast “Stories”, costantemente in cima alle classifiche di ascolto in Italia, Cecilia Sala è una delle poche persone che, nell’ambito del giornalismo italiano, può dire di aver lavorato per testate tanto diverse quanto Will, Il Foglio, Vice e varie trasmissioni televisive su LA7.
Durante la sua attività di reporter in zone di crisi ha raccolto varie storie, che ora ha pubblicato nel libro intitolato “L’incendio” (Mondadori).
Francesco Gabaglio l’ha incontrata in occasione del Festival Endorfine 2023 a Lugano. La giornalista, podcaster e reporter italiana ha parlato con lui della sua esperienza e del futuro del giornalismo:
Le storie mi permettono di entrare in mondi diversi ogni giorno, di iniziare a raccontare un fatto sempre da un punto di vista umano e personale e mai partendo dalla teoria.
Io credo molto nella potenza delle storie e ovviamente il titolo del podcast “Stories” è un inno alle storie.
Ci sono le analisi, le parti teoriche, ma arrivare al racconto del contesto, partendo da una storia con cui chiunque di noi si può immedesimare, partendo dai dettagli, a me piace di più e lo trovo più potente.
Allo stesso modo anche ogni parte, ogni capitolo del libro, comincia da una storia, comincia da uno sguardo che secondo me rende i racconti molto più veri.
Nel libro “L’incendio” si traccia un filo tra la caduta di Kabul il 15 agosto 2021 e l’invasione dell’Ucraina di Vladimir Putin il 24 febbraio 2022, così come lo sguardo con cui si guarda questi tre incendi (l’Iran, l’Ucraina e l’Afghanistan) ha in comune una generazione come protagonista.
Ho lavorato in tv, ho lavorato per media company straniere, per Vice, per testate online, scrivo per un giornale, faccio un podcast, quindi sì, mi piace sperimentare linguaggi diversi.
In questo momento mi sento a casa con i due linguaggi, quello dell’audio (del racconto in voce) e della scrittura.
Penso che l’audio abbia un potenziale che ancora non è stato completamente esplorato.
Credo che in un mondo, in cui abbiamo sempre meno tempo, sapere cosa è successo fuori dai confini o dentro i confini, ascoltandolo in cuffia mentre porti a passeggio il cane, sei in metro che vai a lavoro o stai portando i figli a scuola, sia un linguaggio del giornalismo che prenderà ancora più spazio. Già ne ha preso molto, soprattutto nel mondo anglosassone, che fa da traino per quanto riguarda i podcast, ma sono sicura che questa tendenza non si sia esaurita e continuerà.
Io sono molto legata anche alla scrittura: penso che alcune cose che si possono spiegare con un certo livello di dettaglio con la scrittura difficilmente siano sostituibili. Non sono dunque catastrofista sul futuro della carta che sia in pdf o che sia carta vera e propria. E penso che giornali non moriranno, ma che gli equilibri, il peso dei vari settori, questo sì, forse cambierà nei prossimi anni.
Cecilia Sala - Storie tra gli incendi
Francesco Gabaglio / Debora Huber / Alberto Dagnino 20.09.2023, 10:33