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Dalla parola che spegne tutte le luci, riparte Cliché

La prima puntata della nuova stagione è dedicata alla “fine” - Che cosa cosa sarà di noi dopo l’inevitabile “the end”? - La testimonianza di Santo Versace, fratello dello stilista Gianni 

  • 4 ottobre, 21:47
  • 14 ottobre, 11:21
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  • Keystone
Di: Tommaso Soldini 

Dal 4 ottobre 2024 è ripartita una nuova stagione di Cliché. Nuovo studio, nuovo giorno di messa in onda, nuovi cliché da indagare per un nuovo ciclo di sei puntate del magazine culturale di LA 1. Giunto alla sesta edizione, il format creato da Lorenzo Buccella si è rinnovato completamente e si è spostato a venerdì, dopo Patti Chiari. Accompagnano il percorso di ogni puntata le recensioni letterarie dello scrittore Tommaso Soldini (che qui firma un pezzo presentando la prima puntata), gli interventi musicali di Camilla Sparkss e, tra le novità di questa stagione, le opere di video-arte realizzate con i materiali originali degli archivi storici RSI dall’artista Sir Taki. Buona lettura.

La principessa apre gli occhi, quegli occhi azzurri e meravigliosi che mai nessuno avrebbe più potuto ammirare se il principe azzurro non avesse avuto il coraggio di affrontare e sconfiggere, nell’ordine: il drago, l’orco, il futuro suocero, ma soprattutto la schiera di integralist* metoo, inferocit* di fronte a un atto così platealmente patriarcale. Lui no, persuaso che le sue labbra su quelle di lei fossero comunque preferibili al sonno eterno, ha chiamato a raccolta il suo coraggio e l’ha strappata da un destino funesto. E lei, infatti, lo ringrazia, baciandolo di nuovo, mentre il nero si appropria dello schermo, e mentre la fatale scritta annuncia che i giochi sono fatti, il fine è raggiunto, e che questa vita, quella raccontata nel film, si chiude qui. The end. La fine.

10:47

Santo Versace

RSI Cultura 01.10.2024, 09:00

  • RSI

Che cosa succederà dopo è materia per gli ermeneuti, per i sognatori o i cinici. Saranno felici per sempre? Divorzieranno dopo un mese? Lei scapperà con il taglialegna o con la cugina? Non è dato saperlo. Perché la parola fine segna, prima di tutto, il con-fine tra ciò che può essere narrato e ciò che deve restare e continuare a vivere come atto potenziale, come storia a venire.

La nuova stagione di Cliché prende avvio, dunque, dalla parola che spegne tutte le luci, anzi, a ben vedere, dalla parola che, quando sei al cinema, riaccende le luci in sala, facendoti riscoprire che tu sei lì, e che se la vita della principessa e del principe si perde nella promessa dell’amore eterno, la tua riprende dalla poltrona.

04:08

Silvia Avallone

RSI Cultura 01.10.2024, 09:00

  • RSI

La fine è l’inizio, dunque, in un gioco di ribaltamenti e di declinazioni che ci porterà a sondare il maschile della parola, il fine, lo scopo, ma anche il termine rafforzato e convenzionale, confine, che ci invita a discutere da una parte sui limiti che distinguono ciò che può essere sperimentato da ciò che è preferibile lasciare nel mondo dell’immaginato; dall’altra, però, il confine evoca anche la tragedia legata agli ultimi spostamenti delle frontiere, che per tanti decenni ci avevano fatto credere che una specie di pace grigiastra potesse essere mantenuta.

08:50

Paolo Merlani

RSI Cultura 01.10.2024, 09:00

E così, ondeggianti tra infinite fini dell’Arte, dell’Occidente, dei mondi così come li conosciamo, aleggia e prende forza una domanda che porta con sé la più stereotipata scintilla di speranza: che cosa cosa sarà di noi dopo la fine? Cliché cercherà la sua risposta, perché risvegliare la principessa non è un gesto privo di pericoli.

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