Il 17 e 18 settembre 2024 i cercapersone e i walkie-talkies in possesso ai combattenti di Hezbollah, sono stati fatti esplodere nella periferia meridionale di Beirut, nella valle della Bekaa e nel sud del Libano. Quanto accaduto, oltre a dare il via al conflitto tra lo stato dei cedri e Israele a seguito di una strutturata operazione di intelligence sorprendente nella sua articolazione, porta con sè altro rispetto all’efferatezza dell’attacco perpetrato che ha raggiunto sia i miliziani che la cittadinanza inerme.
Il livello di crudeltà toccato rappresenta un punto di non ritorno: la violazione dello spazio personale privato legato agli apparecchi digitali che usiamo quotidianamente, la consapevolezza che l’identità personale sia perforabile e raggiungibile da altri, l’ansia e la paura che da ciò derivano, mettono assieme le aberrazioni della datacrazia e l’imminente arrivo dell’era quantistica.
Nessuno poteva immaginare che si sarebbe arrivati a una cosa del genere, né dal punto di vista medico, né etico, e men che mai umanitario. È assurdo pensare che la maggior parte dei feriti sono stati bambini, anziani, donne e poi uomini. Qualcuno di loro ha perso entrambi gli occhi, altri uno, qualcuno parte del viso e altri una mano. Nessuno di loro riuscirà a dimenticare quei momenti. Sono stati attaccati in maniera indiscriminata. Un’aggressione alla cieca sulla popolazione disarmata. Quello che posso raccontare è che l’esplosione dei cercapersone e dei walkie talkies trasformati in armi ha generato un disastro. La maggior parte delle ferite sono state riportate tra il mento e la fronte e a farne le spese sono stati soprattutto gli occhi. Questo dimostra che la mente criminale che ha concepito l’attacco ha progettato le esplosioni per colpire soprattutto volto e occhi. (Elias Jaradeh, chirurgo oculista di Beirut)
L’attacco di cui a novembre 2024 Israele ha svelato di essere il mandante ha colpito indiscriminatamente sia i miliziani che la cittadinanza inerme. Bilancio finale 39 decessi ed oltre 3400 feriti.
Credo che nessun chirurgo oculista né centro specializzato avrebbe mai potuto prevedere la quantità di pazienti con gravissime ferite agli occhi che abbiamo ricevuto, un numero esorbitante oltre ogni nostra capacità. E nessun centro al mondo sarebbe stato capace di accoglierne così tanti. Tutto lo staff, medici, infermiere, tecnici, amministrativi ha lavorato e ancora lo sta facendo superando, dando il meglio in condizioni così ostili. Lo facciamo perché è nostro dovere nei confronti dell’umanità e del nostro popolo.
Sicuramente i cercapersone contenevano qualche tipo di metallo o materiale esplosivo per causare danni così ingenti al viso. Un meccanismo assassino pensato per colpire indiscriminatamente la popolazione senza distinguere tra persone armate e non. Dal punto di vista umanitario stiamo vivendo un’era digitale di grande sviluppo tecnologico e scientifico, perciò ci dovrebbero essere una morale e un senso etico che proibiscano questo tipo di violenze, in quanto ormai la tecnologia controlla ed è parte delle nostre vite e noi tutti usiamo dispositivi come walkie talkie, cercapersone, telefoni, computer. Nel momento in cui questi congegni diventano armi per attaccare le persone indiscriminatamente. Io inorridisco. È un disastro per la morale dell’umanità intera. Chi può fermare questi assassini dall’utilizzare altri dispositivi che usiamo ogni giorno per ucciderci tutti? È come stare in un film dell’orrore. È una violazione di ogni diritto e legge che regola le relazioni umane e avvia il futuro dell’umanità a una fine disastrosa. (Elias Jaradeh, chirurgo oculista di Beirut)
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Laser 18.12.2024, 09:00
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