
Sognare con NFTopia
RSI New Articles 30.01.2024, 11:39
Sembrerebbe qualcosa di virtuale, digitale e tecnologico. Ma non è solo così. NFTopia ha il sapore del sogno, dell’utopia. Recita la sua presentazione: “Immagina un luogo in cui arte, musica e tecnologia si incontrano. Un luogo in cui persone provenienti da tutto il mondo possono trovarsi per imparare, creare e celebrare il futuro”.
NFTopia è una comunità di artisti e creativi di diversi paesi. I loro incontri sono reali, non in videoconferenza: si parla, si discute, si guardano le opere digitali, si suona, si ascolta musica, si beve e si mangia. Dove stanno andando non lo sanno di preciso: i loro meeting sono una “nave spaziale co-creativa”, servono per esplorare lo spazio sconosciuto.
Tutto gira intorno agli NFT, acronimo che sta per “Non Fungible Token” (Gettone Non Riproducibile). In questo caso, gli NFT sono opere d’arte in digitale, ad esempio animazioni o immagini, con un loro attestato di proprietà e unicità, scritto su una Blockchain. Gli NFT sono visti dagli artisti come una chiave per entrare direttamente in contatto con i collezionisti e il pubblico, bypassando intermediari e commissioni statali: una nuova opportunità di finanziamento, di visibilità e di connessione. NFTopia sta anche per diventare una galleria d’arte permanente, a Lugano, tra le mura dello storico atelier “Cerchio 91”, in Via Besso.
Il primo NFT da cui si è formato il progetto è quello della macchina “Yugo”, la piccola automobile prodotta da una casa automobilistica jugoslava dal 1980 al 2000. Un artista ha creato una versione “fumettosa” e iconica dell’auto. Da lì si è partiti, si son creati degli NFT la cui vendita porta a una sorta di crowdfunding per sostenere nuove idee e nuovi progetti artistici.
“Credo che la nostra utopia sia formare una nostra base di comunità, dove riusciamo a creare completamente indipendentemente i nostri progetti”, ci dice Kevin Merz, artista e regista luganese, fra i fondatori di NFTopia. E conclude: “Provi a produrre in modo più indipendente, ti stacchi dalle istituzioni, dalle commissioni che decidono se i tuoi lavori valgono qualcosa o meno: è la ricerca della libertà, una libertà sicuramente artistica e anche economica. Ci riusciremo!”.