Da writer squattrinato a genio creativo, tra i più apprezzati e richiesti di sempre: l’incredibile ascesa artistica di Jean-Michel Basquiat la conoscono in molti. È infatti sul finire degli anni Settanta che “l’enfant terrible” inizia a uscire dall’anonimato di SAMO - la firma con cui realizzava graffiti a Lower Manhattan - e approda all’esclusivissimo mondo delle gallerie.
Circondato da alcune tra le più influenti personalità del panorama culturale newyorkese, Basquiat diventa rapidamente una figura chiave nel movimento neo-espressionista, rappresentando una nuova generazione di creativi.
Ciò che non tutti sanno però è che la sua breve ma intensa parabola artistica è particolarmente legata al nostro Paese. Il suo percorso è infatti segnato dall’incontro con il mercante d’arte e collezionista svizzero Bruno Bischofberger che, nel 1982, diventa il suo gallerista esclusivo a livello mondiale.
Bruno Bischofberger e Jean-Michel Basquiat, Galerie Bruno Bischofberger, Zurich, 1982
A segnare l’inizio di un particolare legame con la Svizzera è la sua prima mostra personale presso la Galleria Bischofberger di Zurigo nel 1982. L’esposizione segna un momento cruciale nella carriera del giovane creativo, che, entusiasta del luogo, ritorna più volte visitando anche St. Moritz e Appenzello.
Bull Show Two, 1983
È proprio in Engadina, nella casa di vacanza dei Bischofberger, che l’artista realizza delle opere che combinano elementi del luogo con la metropoli di New York. Affezionato a tutta la famiglia e fortemente ispirato dal paesaggio alpino, Basquiat trova in questo posto un’opportunità per rallentare la sua frenetica vita e godersi dei momenti più spensierati.
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Sandy Altermatt 11.01.2025, 19:30
Ed è così che sorpreso dagli impianti di risalita, dal prezzo del cibo tipico locale, dagli abeti e dalle montagne, l’artista integra parte della cultura popolare nel suo particolare linguaggio artistico, realizzando un corpus di opere incredibili.
Emerge un contrasto tra la vita pulsante, i locali notturni, il rumore delle strade della metropoli di New York e la scoperta della lentezza da parte dell’artista nel paesaggio unico e sorprendente dell’Engadina.
Dieter Buchhart
See, 1983
Dagli incontri alle collaborazioni artistiche, come quella con Andy Warhol e Francesco Clemente, alle nuove produzioni, l’Engadina diventa così un contesto cruciale per la sua crescita creativa e personale.
Andy Warhol, Basquiat, Bruno Bischofberger e Francesco Clemente
Focalizzandosi su una parentesi ancora poco conosciuta della sua vita, l’esposizione mette in luce come il paesaggio e la cultura svizzera abbiano influenzato profondamente l’arte di uno degli artisti più radicali, interessanti e quotati di sempre.
L’aura di Jean-Michel era radiosa e ovunque apparisse, gli svizzeri erano curiosi e interessati a lui. Lui, a sua volta, è sempre stato interessato a loro e alle nostre antiche tradizioni.
Bruno Bischofberger
Basquiat in Engadina
Avanti tutta, Rete Tre 28.01.2025, 16:00
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