Arte

Berthe Morisot, pittrice della grazia e della luce

Unica donna tra i fondatori dell’Impressionismo, le sue opere spiccano per raffinatezza e virtuosismo. A Genova e a Torino due grandi mostre le rendono omaggio.

  • 24 novembre, 08:24
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Berthe Morisot, Autoritratto, 1885.

  • Musée Marmottan Monet, Parigi
Di: Francesca Cogoni 

Il poeta Stéphane Mallarmé, suo caro amico, la definì con affetto e ammirazione «magicienne dell’Impressionismo», descrivendo i suoi dipinti come uno «spettacolo di un moderno incantesimo». E incantatrice Berthe Morisot lo era indubbiamente, per la sua capacità di dare vita a opere pervase da magia e liricità e per lo stile peculiare con cui raffigurava la fuggevolezza e la bellezza del mondo circostante. Unica donna tra i pittori che il 15 aprile 1874, nello studio del fotografo Felix Nadar, posero le basi del movimento impressionista, Berthe Morisot dedicò la sua vita all’arte con caparbietà e passione, in un’epoca in cui per le donne era difficile non solo affermarsi come artiste, ma anche semplicemente studiare e intraprendere un percorso artistico. 

Oggi, in concomitanza con le celebrazioni per il 150 anniversario della nascita dell’Impressionismo, due grandi mostre in Italia rendono omaggio al talento di questa straordinaria pittrice: a Genova, nelle sale di Palazzo Ducale, è in corso fino al 23 febbraio 2025 l’esposizione Impression, Morisot”, mentre a Torino, presso la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, è allestita fino al 9 marzo 2025 la monografica “Berthe Morisot. Pittrice impressionista”. Tra dipinti, acquerelli, incisioni, disegni e importanti documenti fotografici e d’archivio, entrambi i progetti espositivi offrono l’occasione imperdibile di ripercorrere la carriera e la vita di una figura emblematica dell’arte moderna, eppure ancora troppo poco conosciuta rispetto a compagni d’avventura come Manet, Monet, Renoir o Degas. 

Berthe Morisot, Bambina con bambola (Interno di cottage), 1886. Musée d’Ixelles, Bruxelles.jpg

Berthe Morisot, Bambina con bambola (Interno di cottage), 1886.

  • Musée d’Ixelles, Bruxelles

Pittrice, modella e musa per diversi artisti (soprattutto per Manet), nonché animatrice, prima accanto alla madre e poi con il marito, di un salotto artistico-letterario nella Parigi di metà Ottocento, Berthe Morisot fu una personalità forte e ispiratrice. Conoscere e apprezzare la sua opera significa anche guardare una delle correnti più celebri della storia dell’arte e uno dei periodi culturalmente più innovativi e affascinanti da una prospettiva nuova, più ampia e meno convenzionale. 

Berthe Morisot nasce a Bourges nel 1841, in una famiglia dell’alta borghesia. Nel 1852 i Morisot si stabiliscono definitivamente a Parigi, dove l’artista risiederà per il resto della sua vita. Comincia a dedicarsi all’arte fin dall’adolescenza, stimolata dalla madre, che iscrive lei e le sorelle Edma e Yves a un corso di pittura presso l’atelier dell’artista Geoffroy-Alphonse Chocarne. Mentre Yves abbandona il corso quasi subito, Berthe ed Edma proseguono la loro formazione con Joseph Guichard, allievo di Ingres, con cui iniziano l’attività di copiste al Louvre, per poi passare sotto la guida del noto pittore paesaggista Jean-Baptiste Camille Corot, di cui apprezzano le lezioni en plein air. Nel 1864, le due giovani sorelle sono ammesse per la prima volta al Salon ufficiale di Parigi, al quale parteciperanno fino al 1868. Anche il padre delle ragazze incoraggia la loro vocazione artistica facendo costruire nel giardino di casa un atelier.  

Ben presto, però, alcuni eventi decisivi segnano il cammino di Berthe Morisot: la sorella Edma si sposa, lasciando la casa dei genitori e anche la pittura. Berthe si ritrova a dipingere da sola, inizialmente sconfortata. «Sono spesso con te… col pensiero; ti seguo nell’atelier e vorrei fuggire anche solo per un quarto d’ora per respirare l’atmosfera che abbiamo vissuto per anni» le scrive Edma. Contemporaneamente, nella vita di Berthe Morisot entra il pittore Édouard Manet, che, catturato dal magnetismo del suo sguardo e dal suo fine portamento, le propone di posare per lui. Il balcone (1868-69), opera modernissima che oggi spicca sulle pareti del Musée d’Orsay, è il primo dei dodici dipinti in cui Manet la ritrarrà. Il legame tra i due artisti non si limita al semplice rapporto pittore-modella ma assume la forma di un confronto duraturo e stimolante, fatto di ispirazione e influenza reciproche. 

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Berthe Morisot, Eugène Manet all’isola di Wight, 1875.

  • Musée Marmottan Monet, Parigi

Dalle prime copie al Louvre, nell’arco di pochi anni la pittura di Berthe Morisot matura e si evolve in modo libero e spontaneo, prendendo le distanze da ogni forma di accademismo. «La mia ambizione si limita al desiderio di catturare qualcosa di fugace» scrive la pittrice in uno dei suoi taccuini. Sperimentando nuove tecniche, dipinge ciò che la circonda accentuando l’idea di immediatezza e fugacità e imbevendo le sue tele di un sorprendente connubio di intensità e leggerezza. Nei suoi dipinti ci sono la madre e la sorella, bambini che giocano all’aperto, fanciulle che contemplano il paesaggio, oppure immerse nella quiete di interni raffinati. L’atmosfera è avvolgente, talvolta malinconica, altre volte gioiosa, sempre carica di luce. La tavolozza è composta da tinte tenui e morbide, fluttuanti e vibranti. Ogni quadro è un inno alla pacatezza del quotidiano, come il dolcissimo La culla, prima opera che la pittrice dedica alla maternità. Opera che finisce esposta, insieme ai lavori di Monet, Renoir, Degas, Cézanne, Sisley e Pissarro, nella mostra che si tiene nel 1874 nello studio del fotografo Nadar in Boulevard des Capucines e che dà avvio all’Impressionismo. «Noi troviamo che il nome e il talento di Mlle Morisot fanno troppo al caso nostro per potere farne a meno» scrive Degas alla madre dell’artista. Come dargli torto?

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Berthe Morisot, La culla, 1872.

  • Musée d'Orsay, Parigi

Lo stile di Berthe Morisot non tarda a distinguersi: «Mlle Morisot si rivela per delle qualità di prim’ordine. Il tono, in lei, è di un’accuratezza, delicatezza, finezza squisiti» leggiamo in un articolo dell’epoca. Ma il 1874 è un anno importante per la pittrice anche per un altro avvenimento: le nozze con Eugène Manet, fratello di Édouard, un uomo colto, riservato e gentile, che la sosterrà e incoraggerà nella sua carriera di artista. La coppia si reca in viaggio di nozze in Inghilterra, dove Berthe Morisot lavora da una barca sul Tamigi e ritrae il marito con vivaci pennellate e splendidi giochi di luce nella peculiare cornice dell’isola di Wight. 

Morisot prenderà parte a sette delle otto mostre impressioniste tenutesi tra il 1874 e il 1886. L’unica assenza è nel 1879, per la nascita dell’unica figlia Julie, evento che donerà nuova linfa alla produzione dell’artista. Ritratta innumerevoli volte a diverse età, Julie eredita dalla madre l’amore per l’arte e la finezza, diventando la sua modella prediletta (Julie al violino, Ragazza con il levriero…), oltre che sua allieva. 

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Berthe Morisot, Ragazza con il levriero, 1893.

  • Musée Marmottan Monet, Parigi

Nel corso degli anni Ottanta dell’Ottocento, Berthe Morisot compie un breve viaggio in Italia e soggiorna più volte a Nizza, dove rimane rapita dalla luce, dai colori e dalla natura rigogliosa della riviera: «Lavoro, faccio degli aloe, degli aranci, degli ulivi, infine tutta una vegetazione esotica difficile da disegnare. [...] vorrei riuscire in qualche modo a rendere le affascinanti impressioni che questa vegetazione mi trasmette». I suoi soggetti privilegiati restano i paesaggi e i giardini (pensiamo a Il giardino a Bougival, con la sua magnifica esplosione floreale), i piccoli gesti quotidiani, la grazia femminile, l’infanzia e la fanciullezza. «Una posa di Julie, un sorriso, un fiore, un frutto, il ramo di un albero, una sola di queste cose mi basta» scrive ancora l’artista nei suoi carnets.

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Berthe Morisot, Il giardino di Bougival, 1884.

  • Musée Marmottan Monet, Parigi

Berthe Morisot muore prematuramente nel 1895 a cinquantaquattro anni per le conseguenze di una congestione polmonare. Sarà l’adorata figlia Julie a occuparsi del suo inestimabile lascito e a onorarne la memoria con un prezioso lavoro di documentazione, organizzando tra le altre cose, insieme a Degas, Renoir, Monet e Mallarmé, la prima personale postuma dell’artista, presso la galleria parigina del rinomato mercante Paul Durand-Ruel. 

Donna controcorrente e artista esemplare, consapevole del proprio ruolo e talento, Berthe Morisot scelse di seguire tenacemente la propria vocazione, non accontentandosi di essere la modella di Manet o una raffinata signora della buona borghesia, ma cercando sempre la luce dentro e fuori dalle proprie opere. Le parole del nipote Paul Valéry ben descrivono la sua indole: «La sua singolarità era di vivere la propria pittura e di dipingere la propria vita, come se ciò fosse una funzione naturale e necessaria, legata al suo regime vitale».

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Il Giardino dipinto

Voci dipinte 27.10.2024, 10:35

  • 24 ORE Cultura

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