Nato come Daniel Isaac Feinstein il 27 marzo 1930 a Galati, in Romania, Daniel Spoerri trascorre i primi anni dell’infanzia nella sua terra natale. Nel 1942, dopo che il padre, un missionario ebreo convertito al luteranesimo, viene ucciso dai nazisti, la famiglia si rifugia a Zurigo. Qui viene adottato dallo zio, il professore Theophil Spoerri, e cambia nome per facilitare il suo insediamento.
La sua educazione e la sua formazione artistica si svolgono quindi in Svizzera, dove inizialmente intraprende studi legati alla danza e alla coreografia, arrivando persino allo Stadttheater, nella Berna degli anni Cinquanta, come ballerino solista. Tra il 1957 e il 1959 è aiuto-regista presso il Teatro di Darmstadt e parallelamente prosegue la sua attività di poeta. In questo periodo incontra numerosi artisti del movimento surrealista e mette in scena spettacoli d’avanguardia come il “Desiderio preso per la coda” di Picasso.
La vocazione per l’arte si manifesta a Parigi, città in cui si trasferisce nel 1959.
Nella Chambre n. 13 dell’Hotel Carcasson in Rue Moffetard, Allain Jouffroy e Arturo Schwarz sono tra i primi a sperimentare i ‘tableaux pièges’, ovvero tavole su cui gli oggetti vengono incollati come nature morte tridimensionali e poi appese alle pareti come quadri. In queste opere, attimi di vita intensi ma fugaci come i momenti conviviali legati al cibo, destinati altrimenti a svanire rapidamente, vengono fissati per l’eternità.
“Ho deciso di diventare un artista non perché avessi il dono di essere bravo a disegnare o a scolpire, ma perché non potevo fare altro.”
Nello stesso anno Daniel Spoerri concepisce le Edition Mat, pubblicate in collaborazione con i maggiori artisti contemporanei degli anni Cinquanta e Sessanta, ovvero la prima edizione di opere d’arte moltiplicate, più note in seguito e diffuse sotto il termine di “multipli”.
Cofirmatario del manifesto dei Nouveaux Réalistes nell’ottobre del 1960, Spoerri ha una visione artistica, complessa e poliedrica, che è stata profondamente influenzata dalle sue esperienze personali e dalle correnti artistiche del XX secolo.
È poi negli anni Settanta, che diventa celebre come organizzatore di eventi culinari, ristoratore e padre fondatore della Eat Art. Nel 1968 apre un ristorante nel centro storico di Düsseldorf e intraprende delle iniziative di Eat Art leggendarie. A partire dal 1970 organizza nella sua Eat Art Gallery anche «Banchetti Eat Art», dove lui stesso si cimentava nel preparare nuove ricette chiacchierando con gli altri artisti sulla cucina vista come corrente artistica.
https://rsi.cue.rsi.ch/food/extra/curiosita-e-trend/Eat-Art-quando-la-convivialit%C3%A0-e-il-cibo-diventano-arte--1786378.html
Spoerri è stato nomade per gran parte della sua vita e ha vissuto in varie grandi città e isole d’Europa. In uno dei suoi esili volontari, a metà degli anni Settanta, si rifugia a Tegna, in Ticino, in una vecchia casa piena di oggetti semplici che trasforma in opere d’arte. In questo luogo trascorre almeno due ore al giorno in cucina, perché è cucinando che nascono le idee più feconde. Il gusto ha per Spoerri una funzione estetica, la cucina fa parte della sua arte e si fa chiamare “cuoco segreto”.
Negli anni ’90 a Seggiano, in provicia di Grosseto, crea un grande parco-museo che conserva opere sue e di molti altri artisti contemporanei, divenendo un’enorme opera d’arte ambientale che racconta espressioni artistiche internazionale di mezzo secolo con al centro la poetica del ready made.
L’ultima sua tappa è Vienna, dove muore il 6 novembre 2024.
Daniel Spoerri: i miei primi 85 anni
Laser 08.11.2024, 09:00
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