Hoyningen-Huene, glamour e avanguardia

L’esposizione milanese ripercorre la carriera di George Hoyningen-Huene, nato a San Pietroburgo nel 1900 e morto a Los Angeles nel 1968. Figlio di un’americana e di un estone, che dopo la rivoluzione d’ottobre lasciano la Russia per stabilirsi a Londra, nel 1920 si trasferisce a Parigi, dove entra a far parte della cerchia ristretta di Man Ray, con il quale collabora attivamente. A Parigi incontra naturalmente i surrealisti che influenzeranno fortemente la sua opera.

«Un genio, il maestro di tutti noi» così lo definì Richard Avedon. E in effetti, grazie al suo stile e al suo uso particolare delle ombre e delle luci, ha decisamente rivoluzionato la storia della fotografia degli anni ‘20 e ‘30, mettendo in risalto l’identità e l’eleganza in ritratti e composizioni fotografiche che catturano, con rara efficacia, lo stile delle case di moda di haute couture di Parigi, tra cui Chanel, Balenciaga, Schiaparelli. Non va dimenticato che dal 1926 fu, per un decennio, capo fotografo di Vogue Francia.
La mostra, oltre a sottolineare il suo uso innovativo delle tecniche di stampa, evidenzia le influenze artistiche che segnarono il suo particolare percorso artistico.