Teatro

Improvvisamente l’estate scorsa

La scrittura di Tennessee Williams tra violenza e nostalgia

  • Ieri, 14:00
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"Improvvisamente l'estate scorsa", regia di Stefano Cordella

  • ©LAC Lugano Arte e Cultura - Foto Luca Del Pia
Di: Valentina Grignoli 

Lunedì 28 aprile alle ore 20:30 (replica martedì 29, stessa ora) debutta in prima assoluta al LAC Improvvisamente l’estate scorsa di Tennessee Williams per la regia di Stefano Cordella, di cui è protagonista Laura Marinoni.  

L’8 marzo del 1959 il New York Times pubblicò la Premessa che Tennessee Williams aveva scritto per un suo spettacolo che avrebbe debuttato da lì a due giorni a Broadway: La dolce ala della giovinezza. Questa premessa è un testo meraviglioso perché con grande generosità il drammaturgo svela al raffinato pubblico la fatica del suo scrivere - il blocco dello scrittore, ma soprattutto affronta con lucidità il tema della violenza nelle sue pièce. Quindi, più che una premessa al capolavoro diretto da Elia Kazan con Paul Newman sulla scena, le poche pagine che precedono la pièce sono una dichiarazione d’intenti del lavoro di questo cantore della Southern Renaissance aiutando a decifrare in parte le sue opere precedenti.

Tra queste c’è Improvvisamente l’estate scorsa, l’opera di cui ci occupiamo e che sarà in scena al LAC di Lugano il 28 aprile per la regia di Stefano Cordella, il LAC la produce.

Un dramma curiosamente poco rappresentato ma forse tra i più autobiografici, scritto nel 1958. La pièce sembra mettere in scena proprio il pensiero di Williams, le sue debolezze e le selvagge pulsioni, ma anche la grande malinconia per quel mondo arcadico abbandonato a forza. Improvvisamente è poi tanto intrisa di simboli che l’essenziale prende il sopravvento sul realismo, regalandoci scene di inaudita verità e cruda realtà. « Perché tanta violenza, perché tanta rabbia?» gli chiedeva l’analista che Williams vedeva quasi quotidianamente in quel periodo, proprio in favore della sua scrittura.

Ma andiamo con ordine, ripercorrendo obbligatoriamente la vita del drammaturgo, così inscindibile da questa sua particolare opera dal titolo così evocativo Suddenly last summer, come spesso accade anche grazie alla fortuna cinematografica delle opere di Williams.

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Tennessee Williams

Pensieri & parole 10.10.2021, 09:34

La vita

Tennessee Williams, all’anagrafe Thomas Lanier Williams III, è nato il 26 marzo 1911 a Columbus, Mississipi. La madre viene da una famiglia episcopale, ed è definita una tipica bellezza del Sud, il padre, C.C. Williams, è invece un commesso viaggiatore nel campo delle calzature, discendente da un’illustre famiglia del Tennessee - senatori, governatori, poeti, oggi squattrinata. C.C. Williams è un gran bevitore, a tratti violento e spesso assente per lavoro (ricorda molto quello Stanley del Tram chiamato desiderio). Per questo motivo Tennessee passa molto tempo insieme alla sorella maggiore Rose, a cui è legato, nella parrocchia del nonno materno insieme alla madre, la nonna e la tata Ozzie. Tutte donne che lo influenzeranno. A seguito però di una brutta difterite all’età di cinque anni, non potrà camminare per due anni, passando parte del tempo a letto.Quando guarisce torna alla normalità è diventato timidissimo e fisicamente molto più debole dei suoi coetanei. « Ero chiamato femminuccia dai bambini del quartiere e Miss Nancy da mio padre, perché preferivo leggere i libri della grande biblioteca classica di mio nonno piuttosto che giocare a biglie, a baseball, e altri normali giochi da bambini»  scriverà. L’atteggiamento effemminato a cui ha contribuito la lunga convivenza con le donne di famiglia non l’aiuterà. A otto anni, la famiglia si trasferisce a St. Luis, dove il padre ha un importante incarico in una fabbrica di calzature. Il piccolo Williams, persi improvvisamente tutti i riferimenti positivi della sua infanzia (i nonni materni, i luoghi sereni dove era cresciuto, l’attenzione e l’affetto), si butta nel cinema e nella scrittura.« Ho scoperto la scrittura come fuga da un mondo reale in cui mi sentivo fortemente a disagio. È diventata immediatamente il mio luogo di ritiro, la mia caverna, il mio rifugio» .

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"Improvvisamente l'estate scorsa", regia di Stefano Cordella

  • ©LAC Lugano Arte e Cultura - Foto Luca Del Pia

Scriverà con grande dedizione anche quando il padre lo toglierà dall’università e lo manderà a lavorare nella fabbrica di scarpe, dichiarando che questo gli ha permesso di levarsi di dosso lo snobismo elitario del mondo da cui proveniva la madre.

Per tutta la vita sono stato perseguitato dall’ossessione che desiderare una cosa o amarla intensamente significhi mettersi in una posizione vulnerabile, essere un possibile, se non probabile, perdente di ciò che più si desidera. Quel blocco c’è sempre stato e sempre ci sarà, e le mie possibilità di ottenere, o raggiungere, qualsiasi cosa io desideri saranno sempre gravemente ridotte dall’esistenza di quel blocco.» È questa paura, ad attanagliarlo. Ed è la sua continua lotta per sconfiggerla che renderà, spesso - secondo una sua personale analisi - i suoi lavori così intrisi di violenza. « Il fatto di dover sempre lottare con questo avversario, che a volte era il terrore, mi ha fornito una certa tendenza a creare un’atmosfera di isteria e violenza nella mia scrittura, fin dall’inizio

Tennessee Williams

Negli anni trenta Williams scopre il teatro, grazie a una fortunata convalescenza nel porto sicuro che era la casa materna. Tornato a St. Louis riprende l’università e si laurea in letteratura inglese. Ma proprio durante l’ultimo anno, nel 1937, la sorella Rose ha un crollo nervoso importante, e diagnosticata come schizofrenica viene ricoverata in ospedale e lobotomizzata. Non sarà mai più la stessa. Williams non perdonerà mai la madre che ha acconsentito all’operazione e appena è nelle sue facoltà si occuperà lui della salute della sorella facendola ricoverare in una buona clinica. Si trasferisce a New Orleans e si dedica totalmente alla scrittura. Vince un concorso per giovani drammaturghi, mentendo sull’età, con i tre atti unici American Blues. Audrey Wood diventerà la sua agente letteraria e grazie a lei firmerà il suo primo racconto con lo pseudonimo che lo ha reso celebre: Tennessee Williams. Si sposta prima a New York poi in diverse altre città, Lo zoo di vetro lo consacra nel 1944 il nuovo grande drammaturgo americano e con questo si apre una stagione di grande creatività. Un tram chiamato desiderio nel 1947 e poi i drammi migliori, Estate e fumo 1948, La gatta sul tetto che scotta 1955, e nel 1958 Improvvisamente l’estate scorsa.

 In diciannove anni, ho prodotto solo cinque opere non violente. Ciò che mi sorprende è il grado di accettazione di questa ondata di violenza da parte della critica e del pubblico. Credo di essere stato sorpreso soprattutto dalle lodi di “Suddenly Last Summer”. Quando è uscito a Broadway, pensavo che sarei stato asfaltato dalla critica e appeso su una staccionata fuori dal teatro, senza un futuro rifugio se non nella traduzione per i teatri all’estero.

Tennessee Williams

Negli anni cinquanta Williams si lega a Frank Merlo, con il quale avrà una lunga e felice relazione terminata solo con la morte di quest’ultimo, nel 1962.

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Elizabeth Taylor, Montgomery Clift, Katharine Hepburn in "Suddenly, Last Summer", regia Joseph L. Mankiewicz (USA, 1960)

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Molti drammi diventeranno film di successo, in tutto almeno quindici tra i suoi lavori. Improvvisamente l’estate scorsa è quindi anche un film del 1960, diretto da Joseph L. Mankiewicz, scritto in parte anche da Gore Vidal e interpretato da Katharine Hepburn e Liz Taylor (entrambe candidate all’Oscar 1960 come miglior miglior attrice protagonista). La censura ha però troppo mitigato quel che il teatro non ha mai avuto paura di mostrare.

Improvvisamente l’estate scorsa a teatro

Ed eccoci finalmente al dramma che ci interessa. New Orleans, 1937. La storia è quella di una ragazza, Catherine Holly, che di ritorno da una vacanza in Europa con la zia Violet Venable e il cugino Sebastian è totalmente sconvolta. Racconta cose che non dovrebbe, e per metterla a tacere la zia Violet, ricca possidente del Sud, propone un ricovero in clinica e una lobotomia. In vacanza, mentre si trovavano a Cabeza de Lobo, il ragazzo è stato vittima mortale di un truculento episodio, al quale Catherine ha assistito in parte. Il poeta, omosessuale, era infatti stato smembrato e divorato da ragazzi indigeni cui aveva cercato favori sessuali. Per Violet questa versione dei fatti è inammissibile, soprattutto perché vuole difendere la reputazione della sua famiglia, e nascondersi altre agghiaccianti verità. Sebastian va ricordato solo come grande artista, e Catherine va lobotomizzata. Per questo si rivolge al Dottor Cukrovicz, che però dubita e indaga, e tramite un siero della verità eviterà così la lobotomia alla ragazza.

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"Improvvisamente l'estate scorsa", regia di Stefano Cordella

  • ©LAC Lugano Arte e Cultura - Foto Luca Del Pia

Nel dramma c’è tanto di quello che già abbiamo ripercorso, e di più. L’omosessualità ridicolizzata dal padre, il perbenismo della madre, i viaggi, l’esaurimento nervoso, la sessualità, la violenza e la vicenda di Rose. È un thriller psicologico carico di simboli, e ci sottopone a un vortice di tensione e violenza. C’è inoltre il classico personaggio femminile caro a Williams, che simboleggia il rimpianto e la nostalgia di un passato idealizzato, quel mondo del Sud immaginario, la sua Arcadia (l’infanzia di Tennessee). Violet incarna l’atteggiamento di rimpianto accompagnato dalla convinzione di una superiorità culturale e morale in realtà tutta da verificare. Vive in un mondo esangue, sfiorito come la bellezza della sua gioventù. È addirittura feroce nella sua preoccupazione per la rispettabilità e pateticamente odiosa nel vedersi ancora come l’ammirata bellezza di quella New Orleans bene dove è cresciuta. Mistero, conflitto tra apparenza e verità sono il fulcro su cui si fonda questa storia, ambientata nella lussureggiante natura di una Villa del Sud. Il racconto finale di Catherine sembra offrire occasione catartica per lo stesso Tennessee Williams la cui lucidità auto analitica non smette mai di stupire.

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