Per l’artista ticinese Carlo Bossoli, il mondo alla fine non ebbe più molti segreti.
Nato a Lugano nel 1815, diventò italiano d’adozione e giramondo per passione. Ancora bambino conobbe dapprima la realtà di Odessa dove la famiglia si trasferì e successivamente, lungo il corso della sua brillante carriera, si spostò anche in diverse altre città europee, fino a raggiungere persino l’Africa e l’Oriente.
La sua dedizione all’arte fu altrettanto precoce, imparando da piccolissimo tecniche e stili in totale autonomia, per poi decidere via via di specializzarsi sulle vedute urbane e paesaggistiche, anche di grandi dimensioni. Si tratta di ‘cosmorami panoramici’: vedute di paesaggi e di città realizzate con estrema precisione tecnica, tanto da rendere al massimo l’illusione della realtà e, di conseguenza, di riuscire a trasportare l’osservatore in mondi lontani e pieni di fascino. L’uso prevalente della virtuosistica tecnica della tempera gli fece infatti ottenere effetti espressivi straordinariamente efficaci, diventando così, a cavallo della metà dell’Ottocento, uno degli artisti più apprezzati e contesi nell’intero continente europeo.
Carlo Bossoli, Villa Taverna a Torno sul lago di Como, 1846, tempera su carta, 38 x 58 cm, Como, collezione privata
Proprio in Europa iniziò il suo peregrinare. Dopo aver lavorato per i conti Michail ed Elizaveta Voroncov ad Odessa conquistando un certo successo, Bossoli si trasferì a Milano nel 1844 dove visse un periodo in cui vestì i panni del fotoreporter, ma anziché essere armato di macchina fotografica si avvalse di matita e pennello; trovandosi sull’attuale Corso Venezia dove avvennero gli accadimenti, descrisse così gli eventi storici delle Cinque giornate del Quarantotto. Più tardi invece, si cimentò anche nella descrizione della seconda guerra d’Indipendenza (1859) e, prima, di alcune rivoluzioni innovative del suo tempo, come ad esempio la nascita delle ferrovie (1838).
A seguito dei falliti Motti del 6 febbraio (Rivolta di Milano), come molti altri svizzeri venne espulso dal Regno Lombardo-Veneto e nel 1853 si spostò a Torino, dove edificò la sua casa in stile moresco. Presto intrecciò rapporti con la corte sabauda, ma avendo come clienti anche personalità eminenti estere, appartenenti a numerose corti reali; furono in effetti l’aristocrazia e l’alta borghesia ad essere la committenza principale dell’artista: da Casa Savoia appunto, alla regina Vittoria d’Inghilterra e fino all’imperatrice Eugenia di Francia. Tuttavia, anche coloro che non potevano permettersi i suoi suggestivi olii su tela o le tempere acquistarono la sua arte, in particolare delle riproduzioni che si potevano reperire sul mercato locale, soprattutto inglese.
Carlo Bossoli, Veduta di villa Bossoli sul lungo Po a Torino, 1868-1869, olio su tela, 35,5 x 56,5 cm. Collezione privata, courtesy Quadreria dell’800, Milano.
Sebbene Carlo Bossoli facesse spesso ritorno a Lugano -patria mai dimenticata dove per sua volontà fu anche sepolto- furono frequenti e soprattutto lunghi i viaggi europei in cui si imbarcò, per decidere infine di spingersi anche oltre, verso il Medio Oriente e il Nord Africa, luoghi di cui riuscì a immortalare il fascino romantico ed insieme esotico. Quelli furono anni in cui infatti, come illustrano i curatori della mostra Carlo Bossoli (1815-1884) - Pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente Sergio Rebora, con il coordinamento scientifico e organizzativo di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla «la vecchia Europa si lascia travolgere dalla magia dell’Oriente e dell’Esotico e lui sa ricreare quelle atmosfere sospese tra sogno, leggenda e realtà in modo perfetto, avendole vissute da vicino e amate». Non a caso quindi nella sezione dell’esposizione dedicata all’esotismo di Bossoli è stata ricreata una stanza d’epoca (period room) con arredi ottomani, a cura dell’ebanista piemontese Giuseppe Parvis.
Carlo Bossoli
Lisa Mangili 19.10.2024, 19:00
La rassegna visitabile alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate fino 23 febbraio 2025, a cinquant’anni dalla prima mostra dedicata all’artista, ha voluto mettere in rilievo le vedute, i quadri evocativi di vicende storiche e anche i ritratti di Carlo Bossoli, apprezzati appunto da re, principi e dalla più sofisticata alta nobiltà e borghesia ottocentesca. La vita e l’opera di questo straordinario artista internazionale sono poi affiancate per la prima volta anche dalla produzione pittorica di Francesco Edoardo Bossoli (1830-1912), nipote e stretto collaboratore di Carlo, in un mélange di opere che provengono da istituzioni pubbliche, da musei svizzeri e italiani e da raccolte private, tra cui vi sono degli inediti ritenuti dispersi o non esposti da tempo. Un’occasione per effettuare un meraviglioso viaggio nell’Ottocento, alla scoperta di luoghi spesso trasformati o non più esistenti, attraverso gli occhi di un artista luganese e insieme cosmopolita.
Carlo Bossoli
Angelica Arbasini 26.10.2024, 18:35