Arte e Spettacoli

Il Minotauro di Dürrenmatt

La messa in scena della pièce al Teatro sociale di Bellinzona

  • 16.01.2024, 17:36
  • 17.01.2024, 09:19
Minotauro, Saltamacchia
  • Chromophobia studio - Lione
Di: Lorena Pianezza 

Tutti conoscono il mito del Minotauro, essere mostruoso dal corpo umano e la testa di toro, nato dall’accoppiamento tra la moglie del re di Creta, Minosse, e un toro bianco .La sua natura di animale lo rende selvaggio e pericoloso, e per contenerne la violenza viene rinchiuso nel labirinto di Cnosso, la leggendaria prigione progettata da Dedalo.

Il Minotauro si ciba di carne umana e la città di Atene, sottomessa a Creta, ogni anno è costretta ad offrire in sacrificio sette fanciulle e sette fanciulli, da dare in pasto al mostro. Questo fino all’arrivo di Teseo, figlio del re di Atene, che grazie al filo di Arianna riesce a penetrare nel labirinto senza perdersi, a uccidere il mostro e liberare le vittime sacrificali.  

Tra le innumerevoli rivisitazioni del mito greco, una tra le più belle e toccanti è quella di Friederich Dürrenmatt. In “Minotauro – Una ballata”, breve componimento del 1985, lo scrittore svizzero si mette nei panni del Minotauro, che da mostro diventa vittima indifesa, mentre Teseo da eroe si trasforma in spietato assassino.    

L’inizio della ballata vede il Minotauro svegliarsi dopo un lungo sonno per ritrovarsi rinchiuso in un labirinto che, nella versione di Dürrenmatt, è ricoperto di specchi. All’inizio tutto sembra relativamente semplice. Finché nel labirinto il Minotauro è solo, gli specchi producono un’infinità di esseri che sembrano muoversi ai suoi ordini: “Gli parve di essere come un capo, anzi di più, come un dio, se avesse saputo cos’è un dio”. Il Minotauro prova una “gioia infantile” da cui scaturisce una ritmica danza.

Sarà l’incontro con creature diverse da lui, gli esseri umani, a rendere cosciente il Minotauro della propria tragica condizione di diverso, di escluso, di prigioniero.

La ballata di Dürrenmatt è una lettura emozionante che lascia il segno. Ad essere profondamente toccata dal testo, e decidere di metterlo in scena, è stata l’attrice e regista Margherita Saltamacchia: “Non che io mi senta un mostro, ma siamo tutti Minotauro quando non veniamo capiti, quando sembra che nessuno si accorga di noi, quando la vita ci mette di fronte alle difficoltà; poi, col rapporto interpersonale, si capisce che quel pensiero attraversa tutti, che ognuno vive una sfera personale di difficoltà che vorrebbe comprendere e condividere”.

Grazie alla collaborazione con il visual designer Marzio Picchetti, il “Minotauro” di Margherita Saltamacchia è un’opera dal linguaggio estetico forte, che integra recitazione, danza e visual.

Lo spettacolo è in scena al Teatro Sociale di Bellinzona dal 18 al 22 gennaio 2024.

03:43

Il Minotauro di Dürrenmatt

RSI Cultura 16.01.2024, 17:00

  • Chromophobia studio - Lione
  • Lorena Pianezza

Ti potrebbe interessare