Arte

Il corpo nel Medioevo

Cosa ci raccontano i corpi di donne e uomini medievali, una mostra al Landesmuseum di Zurigo

  • 10 giugno, 14:02
  • 10 giugno, 14:47
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Pseudo Bartolomeo di Giovanni, Giobbe a letto malato, 1475–1500, legno di pioppo

  • Staatliche Museen zu Berlin, Gemäldegalerie / Jörg P. Anders
Di: Red
Attraverso l’arte e la letteratura, il linguaggio del corpo nel medioevo parla anche di noi oggi 

Virtus Zallot, storica dell’arte e autrice della trilogia “Con i piedi nel Medioevo”, “Sulle teste nel Medioevo” e “Un Medioevo di abbracci” (Il Mulino)

Se pensiamo alla nostra epoca, contraddistinta dalla ricerca della perfezione, da ideali di bellezza propagati dai socialmedia e dai selfie esibiti, è facile immaginare che nel passato l’ossessione per il corpo umano non potesse avere una tale intensità. Eppure il Medioevo in questo senso ci può stupire, perché al corpo e alla sua immagine era attribuita una grande importanza. Tra il X e la fine del XV secolo, il corpo era desiderato, curato e glorificato, ma anche martirizzato, mutilato e martoriato.

Il corpo è qualcosa che ci accomuna tutte e tutti nella storia. Eppure ogni epoca e ogni società hanno una propria immagine del corpo umano.
Ma allora cosa c’è di contemporaneo in un’epoca così lontana dalla nostra? E quali storie inaspettate ci raccontano i corpi nell’arte e nella letteratura medievale? Lo scopriamo grazie alla grande mostra in corso al Landesmuseum di Zurigo fino al 14 luglio 2024: Desiderati. Curati. Martirizzati. I corpi nel medioevo.
Non è difficile, nella mostra zurighese, ritrovare profonde connessioni con il nostro presente, con il nostro corpo nell’oggi. Un tema importante da trattare in modo storico, come ha fatto il Landesmuseum, guardando ad un’epoca dove il corpo era veramente centrale anche nella religione.

Voci dipinte, curato da Cristiana Coletti, ha interpellato, oltre a Denise Tonella, direttrice del Museo Nazionale Svizzero, la storica dell’arte Virtus Zan, autrice di una importante trilogia sui corpi nell’arte medioevale, pubblicata da Il Mulino.

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Desiderati. Curati. Martirizzati. I corpi nel medioevo, Landesmuseum Zurigo

  • © Museo nazionale svizzero

Denise Tonella, direttrice del Museo Nazionale Svizzero: «La mostra offre un percorso che va dalla nascita alla morte. Si parte dal corpo nudo, quindi la prima immagine che il pubblico vede è l’uomo zodiacale, l’uomo anatomico, le cui parti del corpo sono collegate ai dodici segni zodiacali. È la riproduzione di una miniatura tratta da Les Très Riches Heures du Duc de Berry, [Parigi/Bourges, 1410–1485],un manoscritto del XV secolo, che fa riferimento alla teoria umorale del Medioevo, in cui si distinguevano quattro carnagioni: quella calda, fredda, quella secca e umida . E quattro temperamenti: quello collerico, melanconico, sanguigno e flemmatico. E dopo il corpo nudo si passa ai corpi desiderati . Dopo che si passa ai corpi ideali, dove si parla di bellezza, della cura del corpo, ma anche del corpo di Cristo risorto, di Maria Immacolata, considerate i corpi puri e casti. Poi c’è il corpo malato e ci sono gli altri corpi, quelle figure immaginarie non conformi alla norma ma foriere di orrore e fascino al contempo. Poi seguono i corpi sofferenti, dove l’iconografia medievale è caratterizzata dalle rappresentazioni della sofferenza fisica. Pensiamo al martirio dei santi e naturalmente, alla fine, parliamo del corpo morto, in un Medioevo in cui la morte quotidiana è onnipresente. E del corpo che rinasce nel paradiso o finisce all’inferno».

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Hans Bock il Vecchio il Vecchio, I bagni di Leuk (?),1597 circa, olio su tela

  • Kunstmuseum Basel

Ma cosa ci racconta il linguaggio del corpo nell’arte e nella letteratura medievali? Cosa ci dicono indicatori del corpo come i piedi, i capelli e le braccia nelle iconografie medievali?
Lo racconta a Crisitiana Coletti per Voci dipinte, alla studiosa di iconografia sacra e docente di Storia dell’arte medievale all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia, Virtus Zallot:

«I piedi e i capelli, la condizione dei piedi e la condizione dei capelli sono parlanti, spiegano chi si è e come si sta, ancora oggi. Per fare un esempio, pensate alle fotografie dei piedi di alcuni profughi. Questi piedi piagati, questi piedi con delle calzature inadeguate, che in qualche modo raccontano tutto il loro dramma e tutta la loro storia. O più banalmente pensate come quando si decide di cambiare drasticamente una pettinatura, di solito indica la volontà di cambiare in qualche modo vita. Ed è sempre stato così, nel senso che i capelli sono sempre stati degli indicatori, diciamo di situazione e di condizione. E l’arte la letteratura li hanno utilizzati proprio in questa direzione. E altrettanto i gesti. Pensiamo al significato del calpestare, che vale ancora oggi. Oppure il significato di strapparsi i capelli, in senso metaforico o reale».

Desiderati. Curati. Martirizzati. I corpi nel medioevo, Landesmuseum di Zurigo, fino al 14 luglio 2024

Il corpo

Voci dipinte 09.06.2024, 10:35

  • © Museo nazionale svizzero landesmuseum.ch

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