Design

Il sole è già qui. Il design alla guida della transizione energetica

Al mudac di Losanna, fino al 21 settembre, la seconda edizione del progetto Solar Biennale che riunisce il mondo del design, dell’arte e della scienza per promuovere un passaggio immediato all’energia solare

  • Ieri, 11:00
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Sunne, Marjan van Aubel - Soleil-s 2025, mudac Losanna

  • Marjan van Aubel
Di: Annalisa Izzo 

«Mentre le nuvole sul nostro pianeta si addensano facendosi più scure, noi crediamo nel potere del sole e della vita».
No, non è il giuramento di affiliazione a un nuovo culto eliolatrico. Sono le parole con cui Scott Longfellow ha inaugurato la mostra Soleil-s, di cui è curatore insieme e a Rafaël Santianez. E proprio nel giorno in cui negli USA Greenpeace viene condannata a pagare 660 milioni di risarcimento alla compagnia petrolifera Energy Transfer, per aver partecipato alle proteste contro un oleodotto in Nord Dakota, le porte della mostra Soleil-s si aprono all’insegna del motto:
«Nutriamoci della vita (il sole) e non della morte (i fossili)».

10:58

Biennale Solar

Alphaville 21.03.2025, 11:30

  • Keystone
  • Natascha Fioretti

Soleil-s si può vistare al Museo cantonale di design e di arti applicate di Losanna dall’equinozio di primavera a quello d’autunno 2025 e fa parte di un progetto internazionale più ampio, che mette insieme artisti, designers, architetti, ricercatori e istituzioni per dare impulso, attraverso l’arte, alla transizione energetica: The Solar Movement.

Crediamo che il solare sia la fonte di energia più naturale e umana. È la risposta alla domanda più piccola (come alimentare la nostra vita?) e a quella più grande (come viverla?). In quanto designers, sono proprio queste le domande che ci poniamo ogni giorno. Come mettere in relazione l’aspetto puramente pratico con le questioni sociali. Come creare le cose e renderle significative. Con il solare!

 The Solar Movement

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Marjan van Aubel e Pauline van Dongen, Foundatrici Solar Biennale

  • MUDAC

Tutto inizia a San Pietroburgo nel 2019. Pauline van Dongen, fashion designer, e Marjan van Aubel, product designer, fanno parte della delegazione olandese al Forum internazionale Contemplating art is a human need. Il lavoro di entrambe si fonda sull’adozione delle nuove tecnologie in materia di energia solare nella produzione di oggetti d’arredamento o di abiti.
Pauline van Dongen sviluppa un lavoro che integra le celle fotovoltaiche nei tessuti, confezionando non solo abiti-solari, ma anche tendaggi e rivestimenti non rigidi; Marjan van Aubel crea arredi che grazie alle celle solari producono energia – tra i suoi pezzi più noti, il Current Table.
Pauline van Dongen e Marjan van Aubel non si erano mai incontrate prima, ma sono due giovani visionarie e a San Pietroburgo si scoprono accomunate dal sogno di federare designers e artisti intorno al progetto di dare valore estetico alla transizione energetica e convincere il mondo che no, l’ecologia non è punitiva e che ogni trasformazione è un’opportunità. Nasce The Solar Movement e l’idea di un evento che prenderà il nome di The Solar Biennale.

Bisogna discostarsi dall’approccio dominante al solare, che è un approccio unicamente tecnico che ha ignorato gli aspetti culturali chiave del moto eliocentrico.

 The Solar Movement

The Solar Biennale diventa una piattaforma di riflessione sulle sfide poste dall’energia solare e un’occasione di scambio e divulgazione di progetti per il nostro quotidiano che rimettono al centro il sole. La prima edizione si è svolta a Rotterdam nell’autunno 2022, con eventi, installazioni e iniziative in ogni parte della città.
La seconda edizione è tutta losannese e si sviluppa tra il Mudac e il campus dell’EPFL. Nelle sale del Museo il visitatore scoprirà un percorso transdisciplinare tra installazioni, manufatti, film, materiali innovativi, spazi immersivi, opere d’arte e di design di artisti internazionali. «Il contatto diretto coi progetti e coi prototipi (indumenti da lavoro all’aperto realizzati con cellule fotovoltaiche; laptop che si autoalimentano; abat-jour in opalina che traslano la luce solare in ambienti bui; progetti di stazioni fotovoltaiche spaziali…) è sostenuto da un discorso storico-culturale che tocca più punti – spiega il co-curatore Rafaël Santianez – Il sole in quanto mito secolare di forza vitale e cambiamento; il sole come agente che plasma (nel bene e nel male) i nostri corpi; il sole come nutrimento essenziale al funzionamento psico-fisico della specie umana».
Un percorso che intende sollecitare il visitatore a interrogarsi olisticamente sul senso dell’espressione eliocentrismo. Ecco allora le foto d’archivio della comunità antroposofica del Monte Vertà; i video delle teche RSI girati nei sanatori svizzeri che raccontano la lunga storia dell’elioterapia; le affiches delle campagne pubblicitarie di Vogue per creme abbronzanti e protezioni solari. Ecco allora il corner interattivo dell’équipe di Marilyne Andersen, professoressa ordinaria di fisica all’EPFL, a capo del Laboratory of Integrated Performance in Design, il LIPID, dove si studia l’impatto della luce sulla salute psico-fisica: sistema immunitario, qualità del sonno, vigilanza…

In una società che vincola gli individui ad attività svolte quasi sempre all’interno, esiste un diritto alla luce naturale da rivendicare.

Marilyne Andersen

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Astrostrom, Greater Earth Energy Synergies, 2022-2024

  • mudac Losanna

Sul campus del Politecnico federale, la mostra Sun Shines on Architecture apre il capitolo di Soleil-s relativo al costruire, all’abitare, al muoversi negli spazi urbani, testimoniando di come il “movimento solare” stia letteralmente reinventando architettura e urbanismo. Tra strutture avveniristiche e materiali sorprendenti, il solare è ormai al cuore delle priorità degli architetti, i primi chiamati a rispondere alle due critiche principali mosse all’implementazione massiccia dei pannelli solari: la deturpazione del paesaggio da un lato, i costi dall’altro. Due critiche sulle quali si è costruita in Svizzera la campagna del No al Referendum sulle energie rinnovabili tenutosi il 9 giugno 2024 – il pacchetto di misure per accelerare la transizione è stato poi approvato dal 69% dell’elettorato, risultato che rilancia il processo verso l’indipendenza energetica del paese anche grazie a un rinnovo delle sovvenzioni per chi investe nel solare. Se, a livello globale, il 2024 ha segnato una nuova crescita record del fotovoltaico (+29% rispetto al 2023), la questione della democratizzazione dell’accesso all’energia solare resta la nota ancora dolente in questa fase: in Svizzera normative-quadro per il finanziamento della riconversione degli edifici già esistenti si rivelano urgenti affinché la crescita del fotovoltaico, così come la fiducia dei cittadini, non subisca battute d’arresto.

La cartografia delle costruzioni solari contemporanee in Svizzera e il richiamo ai modelli storici in mostra all’Archizoom dell’EPFL testimoniano che la strada per affrontare la sfida tecnica e di tutela del paesaggio posta dalla crisi energetica e dal riscaldamento climatico (il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato) è pluridisciplinare e si fonda sul principio di una integrazione dei dispositivi solari ab origine nei progetti di nuove costruzioni.

Quando si tratta di conciliare composizione architettonica ed esigenze energetiche, i dispositivi solari possono nascondersi nei tetti e sulle superfici, oppure possono affermarsi come veri e propri elementi architetttonici del progetto.

Pier Vittorio Aureli e Marson Korbi

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Nathanaël Abeille, Reflexions, 2021-2023

  • Nathanaël Abeille

In fatto di ricerca sull’energia, l’École polytechnique fédérale di Losanna è una delle primissime istituzioni a livello mondiale. È qui che nel Swiss Plasma Center, laboratorio che conta circa 200 collaboratori e diretto dal professor Paolo Ricci, si lavora alla produzione di energia da fusione. «La fusione – spiega il professor Ricci – che avviene quando gli atomi, raggiunti i 100 milioni di gradi si aggregano tra loro, in uno stato della materia che si chiama plasma, quella di cui è fatto il sole, può risolvere i problemi più urgenti che il genere umano deve affrontare oggi, offrendo una fonte di energia inesauribile, sicura e pulita». Vale a dire: nessuna produzione di gas serra, niente scorie radioattive di lunga durata, niente rischio di esplosioni, nessuna reazione a catena. La creazione di un’energia “solare”, che riproduce cioè il processo di fusione che fa splendere la nostra stella, è l’obiettivo  che ITER – progetto internazionale condotto da Europa, Cina, Giappone, India, Russia, Stati Uniti e, per la Svizzera, dallo Swiss Plasma Center – intende raggiungere entro il 2035.
Nel frattempo, il sole è già qui.

Il sole è ancora la stella più misteriosa del nostro sistema solare

Paolo Ricci

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