Teatro

L’Europa brucia, il teatro no

Il racconto della politica non ha mai lasciato i palchi dei teatri, oggi più che mai è urgente metterla in scena per capirne i risvolti e il linguaggio. Angela Demattè e Valentina Grignoli parlano della scrittura di “De Gasperi: l’Europa brucia”

  • Ieri, 14:30
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"De Gasperi: l'Europa brucia"

  • Tommaso La Pera
Di: Monica Bonetti/Red 

Nell’ambito dello spettacolo il racconto della politica e dei suoi meccanismi interessa negli ultimi anni particolarmente gli sceneggiatori di serie tv, ma tradizionalmente ha interessato e continua ad appassionare autori e registi per il teatro, storicamente da sempre impegnati in questo senso. Il teatro è il luogo dove la politica ha avuto un posto privilegiato pensiamo a Brecht naturalmente oppure, per restare alla contemporaneità, a tutto il lavoro di Milo Rau e fin dalle origini ha rivestito anche un ruolo politico. Anzi in alcuni momenti il binomio politica e teatro è sembrato inscindibile.
In modo dichiarato lo ha fatto il teatro civile, che vanta una ricca tradizione in Italia e che ci ha aiutato a capire meglio diversi momenti della storia del Novecento, così come lo hanno fatto nelle arene del teatro dell’antichità Eschilo e Aristofane.

Ma la scrittura per il teatro ha una particolarità in più rispetto alla scrittura per il cinema: fa riflettere sul linguaggio, sulla parola politica. Sulla scelta della parola di De Gasperi, uomo attento a non tradire, ad essere corretto hanno riflettuto la drammaturga Angela Demattè e Valentina Grignoli, giornalista e autrice di teatro e assistente alla drammaturgia della pièce De Gasperi: l’Europa brucia spettacolo teatrale diretto da Carmelo Rifici e prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano, in coproduzione con il LAC di Lugano. Spettacolo che oltre a riscuotere plauso tra pubblico e critica ha conquistato negli scorsi mesi ben tre Maschere del Teatro italiano, aggiudicandosi il Premio migliore attore protagonista, assegnato a Paolo Pierobon, il riconoscimento come migliore attore non protagonista, a Giovanni Crippa, e il premio come Migliore autrice di novità italiana a Angela Demattè. In De Gasperi: L’Europa brucia, l’autrice ha raccontato come nel secondo dopoguerra si formò il patto atlantico e l’attuale assetto geopolitico europeo.

La grande indagine che è stata fatta da Angela Demattè e da Valentina Grignoli - e che hanno raccontato a Monica Bonetti in Charlot - è stata di descrivere i salti mortali con il linguaggio, con la scelta delle parole della politica di un uomo ossessionato dalla correttezza e protagonista di un momento storico fondamentale. Un momento importante non solo per l’Italia, ma per l’Europa stessa. È come se De Gasperi incarnasse l’Europa stessa, in quanto alla fine della guerra si trova di fronte ad un dilemma. Una guerra appena finita e l’Occidente deve unirsi ma si tratta di farlo con l’America.

«... questo è il vero dilemma perché unendosi all’America, facendo questo benedetto Patto Atlantico, ha portato delle conseguenze. D’altra parte lui non poteva non farlo. Per me è molto interessante quando trovo un dilemma, perché altrimenti scrivo un saggio. Invece la cosa si fa teatro proprio perché si mette in gioco un dilemma, cioè: non so da che parte stare. Non avrebbe dovuto andare ad allearsi con l’America? Non credo, come avrebbe potuto sopravvivere in quel momento. Detto questo facendo quel patto ha creato una serie di conseguenze e quindi è proprio questo dilemma che volevo mettere in gioco». Angela Demattè

Così Angela Demattè si è espressa sul legame profondo, altissimo e antico tra teatro e politica:

Era anche riportare il teatro al suo compito antico, che è un compito politico. Un compito anche sacrificale nel senso che col teatro si sostituiva il sacrificio non si permetteva al popolo di elaborare dei dilemmi, di elaborare delle situazioni complesse per la cosa che si chiamava catarsi. Serviva per attraversare questi dilemmi e in qualche modo fermare la violenza, fermare il sangue, cioè far sì che il sangue fosse sostituito dalla parola. A questo serviva il teatro, quindi era uno spazio politico e sacro insieme. Nasce così.

Angela Demattè

Ma il teatro non si limita a raccontare la politica secondo Valentina Grignoli il teatro è politico in sè. Autrice e giornalista culturale ha svolto l’indagine storica alla base del testo su De Gasperi.

Il teatro già come messaggio, come esperienza anche, non solo come testo ma proprio come esperienza, è politico. Per cui l’interessante, quello che mi ha subito colpito di questo testo, era poter fare della politica attraverso il teatro ma veramente attraverso il meccanismo dei discorsi politici.

Valentina Grignoli

L’importante è, ci tengono a sottolineare le ospiti di Charlot, sapere che il teatro non deve dare messaggi:

Non c’è nessun messaggio, no credo che il teatro non debba dare messaggi, credo che il teatro debba creare complessità, far nascere domande.

Angela Demattè

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Angela Demattè: drammaturga e attrice nata in trentino ma ormai milanese, dopo la laurea in lettere e il diploma all’accademia dei Filodrammatici lavora come attrice finché nel 2009 inizia a scrivere e avvia una proficua collaborazione con Carmelo Rifici, che ha portato a numerosi spettacoli di successo.

Valentina Grignoli: autrice e giornalista culturale (collega Rete Due) quello che fa è “Posare le parole sulle cose, raccogliere suoni e voci, raccontare persone, guardare oltre” e siccome ama il teatro e la letteratura ha anche scritto e lavorato in teatro e in particolare per De Gasperi: L’Europa brucia è stata assistente alla drammaturgia.

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