La chiave dei sogni. Capolavori surrealisti dalla Collezione Hersaint è una mostra aperta fino al 4 maggio alla Fondazione Beyeler di Riehen e curata da Raphaë Bouvier, curatore senior della Fondazione.
Il catalogo di 152 pagine riccamente illustrate è pubblicato in tedesco e francese dalle Edizioni Beyeler.
In anteprima mondiale, la Fondazione Beyeler, presenta una mostra dedicata ai grandi capolavori del surrealismo dalla Collezione Hersaint. Una cinquantina di opere fondamentali che entrano in dialogo con alcune grandi opere della Fondazione.
Oltre alle opere dei più noti artisti del periodo: Salvador Dalì, Balthus, Joan Miró, Pablo Picasso, Man Ray, la mostra presenta anche opere di Dorothea Tanning e Toyen, due importanti artiste surrealiste, le cui opere sono assai meno note al grande pubblico.
Il titolo della mostra: La chiave dei sogni si ispira ad una celebre opera di René Magritte appartenente alla Collezione Hersaint.
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Raphael Bouvier, curatore della mostra, davanti all'opera di Rene Magritte "La clef des songes" (1930) - Fondation Beyeler
Claude Hersaint (1904, San Paolo - 1993, Crans-Montana), fondatore della collezione, è uno dei primi e più importanti collezionisti di opere del surrealismo. Cresciuto in Brasile, si trasferisce a Parigi, dove, all’età di diciassette anni, acquista la sua prima opera di Max Ernst, che ha scatenato una vera e propria passione di una vita. La collezione comprende oggi circa 150 opere tra cui uno dei più importanti gruppi di opere di Max Ernst in mano ad un collezionista privato. L’Ange du foyer dipinto da Max Ernst nel 1937 e considerato una sorta di simbolo, il cosiddetto “trionfo del surrealismo”, è una di queste opere. Cristiana Coletti ne ha parlato in Voci dipinte.
Il più surrealista dei pittori
Voci dipinte 16.02.2025, 10:35
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Martina Mazzotta, storica dell’arte ospite di Voci dipinte, esperta dell’opera di Max Ernst così si è espressa sul contributo al surrealismo dell’artista appena arrivato in Francia all’inizio degli anni ‘20:
La sua persona e le sue opere portavano quel contributo complementare alle ricerche dei surrealisti e quello di cui avevano bisogno. Non conoscevano Nietzsche, non conoscevano i romantici, non conoscevano questa tensione, questa strada, apparentemente più astratta e più filosofica, che però in parallelo seguiva quello che i surrealisti cercavano. La tensione verso l’invisibile, verso l’inconscio, la dimensione del non rappresentato che tentano di rappresentare dandovi corpo con le loro opere.
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/arte/Max-Ernst--1804686.html