Dopo Parigi, l’ampia retrospettiva del pittore francese di origine russa Nicolas de Staël fa tappa alla Fondation de l’Hermitage di Losanna, fino al 9 giugno 2024. Il progetto dell’esposizione è piuttosto semplice. Gli anni di carriera dell’artista vengono sezionati al fine di evidenziare una successione di fasi del suo lavoro. L’impianto è cronologico e consente anche di indugiare su un tema delicato e difficilmente districabile: la relazione tra la biografia dell’uomo e lo sviluppo della poetica artistica.
Nicolas de Staël è una pietra miliare della storia dell’arte e un riferimento imprescindibile nell’universo del dispositivo artistico, ben oltre gli ambiti della pittura e del disegno che sono stati il suo territorio di azione.
Nicolas De Staël, Agrigente, 1954
Il disegno ha una funzione importante nel delineare alcuni degli aspetti del suo modo di comporre. L’artista ne faceva un utilizzo assiduo e in alcune fasi del suo lavoro quasi esclusivo, per esempio durante i viaggi o in situazioni di presa diretta come in un paesaggio o in una sala da cinema. La leggenda dice che egli disegnasse anche al buio; «si deve disegnare con il bisogno interno intimo», asseriva. Si tratta dunque del momento in cui viene fissato l’incontro tra la suggestione esterna, ambientale e la pulsione interna che anima il bisogno di esprimersi e di produrre l’opera: «Non si dipinge mai ciò che si vede, si dipinge con mille vibrazioni il colpo ricevuto».
Nicolas De Staël, Sicile, Grenoble 1954
Il lavoro dell’artista è dunque di governare la propria sensibilità che registra lo shock determinato dalla esperienza visiva, e utilizzare gli strumenti e le competenze di cui dispone per tradurre l’impatto in una realtà formalizzata e figurale. Nel disegno, egli raccoglie alcuni elementi con un tratto che essenzializza i corpi, delineando i contorni e riducendoli all’osso: un corpo umano, alcuni frutti, la sagoma di un ciclista, il profilo di un gruppo di edifici o la superficie della facciata di una cattedrale o il modo in cui un faro ci appare nel paesaggio tra le sagome delle case di un villaggio. In alcuni casi la sintesi e la rarefazione dei segni ci propongono, già nel disegno, ciò che poi noi vediamo nei quadri, come la esasperazione prospettica per raffigurare un paesaggio, oppure la tassellatura in piccole figure geometriche. Nei quadri quei tasselli vengono caricati del colore che serve all’artista per rappresentare le componenti di un paesaggio o di un corpo nudo o del fogliame di un albero o del movimento plastico di un calciatore in elevazione.
Nicolas De Staël, Marseille, 1954
Proporre un corpo (umano, vegetale, architettonico, rurale) e definirlo come figura (nudo, calciatori, albero in fiore, Agrigento…) attraverso una riduzione essenziale dei componenti ci pone la questione della relazione tra figurazione e astrazione. Qui il contributo di Nicolas De Staël è straordinario: nel corso delle varie fasi egli la affronta in modo sempre aperto, privo di reclusioni stilistiche o ideologiche, indifferente alla classificazione e consapevole della complessità del tema e della sua importanza. Leggiamo: «Io non oppongo la pittura astratta alla pittura figurativa. Un quadro dovrebbe essere al tempo stesso astratto e figurativo. Astratto in quanto muro, figurativo in quanto rappresentazione d’uno spazio». Ci colpisce la consistenza filosofica: astratto è il muro, inteso come superficie, supporto, pittura; figurativa la rappresentazione dello spazio. Sono concetti precisi e poliedrici, profondi, ardui.
Nicolas De Staël, Grande composition bleue, 1950
Non sempre Nicola De Staël ha condotto la propria pittura nell’area di intersezione tra astrazione e figurazione. Abbiamo altrettanto interessanti testimonianze di quadri decisamente astratti e di altri nei quali il soggetto figurato è pienamente leggibile, come alcuni ultimi nudi, barche, o il pianoforte e violoncello de Il Concerto.
Sempre, il suo lavoro è esemplare nel confronto con espressioni di radicalismo della seconda metà del XX secolo come quella di Robert Ryman e con il lavoro di Giorgio Morandi, così diverso e così vicino nei temi trattati.
Nicolas de Staël in mostra all’Hermitage
Alphaville 14.02.2024, 11:00
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