Una residenza artistica molto particolare, un’esperienza fuori dall’ordinario. Il regista e autore teatrale Flavio Stroppini, tra febbraio e marzo 2023, ha trascorso un mese a bordo del Manguier, una piccola nave incagliata in un fiordo della Groenlandia. Il suo obiettivo era quello di trovare una storia che potesse raccontare il cambiamento climatico in atto che, tra alluvioni, prolungate siccità e eventi metereologici estremi, sta impattando in modo sempre più marcato sulle nostre vite.
In Groenlandia il surriscaldamento globale si sta manifestando in modo molto evidente; i dati satellitari sono allarmanti e il timore degli scienziati è che la calotta glaciale artica sia vicina ad un punto critico e irreversibile di scioglimento.
Per toccare con mano le conseguenze devastanti del surriscaldamento, Stroppini si è lanciato in un’avventura impegnativa in uno dei luoghi più remoti e freddi del pianeta. Ha trascorso un mese condividendo con altre cinque persone gli spazi ristretti della Manguier, lontano ore di marcia dal più vicino centro abitato. Un periodo intenso, scandito da lunghe camminate avvolto da un bianco accecante, attraverso paesaggi magnifici e terribili allo stesso tempo, muovendosi con cautela su ghiacci marini sempre più sottili.
La Groenlandia è un luogo così lontano da noi che a molti manca la reale percezione di quanto sta accadendo. Il regista e autore cerca di responsabilizzarci, di spronarci ad agire, e lo fa attraverso l’arte, mettendo in scena “Qivittoq”, una storia d’amore ai tempi della crisi climatica.
Per gli inuit groenlandesi, i qivittoq sono persone che scelgono di abbandonare la comunità e vivere in solitudine nelle distese sconfinate spazzate dai venti. Per dare forma al suo personaggio, Stroppini si è ispirato al comandante del Manguier, che ha scelto di vivere sei mesi l’anno sulla nave arenata e gli altri sei mesi in Antartide, sempre in solitudine.
Il quvittoq di Stroppini non si è completamente isolato; ancora intrattiene rapporti con il fratello, il padre e Ane, la sua donna. Quando Ane si trova a dover affrontare un problema, si mette in cammino per cercarlo e chiedere il suo aiuto, ma la banchisa è diventata sottile e per la prima volta non regge il suo peso, rendendo impossibile il ricongiungimento dei due protagonisti.