Chiuso da un anno per ristrutturazione dell’immobile che lo ospita (la sede milanese della Maison Fendi) il 20 marzo ha riaperto al pubblico il Labirinto di Arnaldo Pomodoro.
Durante questo periodo sono stati effettuati interventi conservativi e miglioramenti all’impianto di illuminazione. L’opera è ora pronta ad accogliere nuovamente il pubblico, che può visitarla prenotandosi alle visite guidate della Fondazione Arnaldo Pomodoro
Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro, maestro della scultura contemporanea, è un’opera unica nel suo genere, un dedalo scultoreo realizzato nell’arco di sedici anni (dal 1995 al 2011). È conservato negli spazi ipogei dell’ex Riva-Calzoni a Milano, un capannone industriale semi-abbandonato che Pomodoro scopre alla fine degli anni Novanta. Questo spazio fu utilizzato prima come studio temporaneo per la realizzazione della grandiosa spirale Novecento destinata all’EUR di Roma, e poi dal 2005 al 2011 come sede espositiva della Fondazione.
Una porta monumentale dà accesso al sotterraneo che custodisce il Labirinto, che si sviluppa per 170 metri quadri e offre al visitatore un’esperienza immersiva. Arnaldo Pomodoro, che il prossimo 23 giugno compirà 99 anni, lo ha concepito come una sorta di testamento artistico.
Il mio Ingresso nel labirinto è un invito nei meandri di un percorso, dove il tempo è trasformato in spazio e lo spazio a sua volta diventa tempo. Una riflessione su tutto il mio lavoro: il gesto di riappropriazione e di recupero di un’attività artistica che ha attraversato i decenni della mia vita e ne costituisce una sorta di sintesi
Arnaldo Pomodoro
Un’opera, dunque, in continua evoluzione, resa omogenea dalle migliaia di simboli arcaici, cunei e incisioni che ricoprono ogni superficie del Labirinto, ispirati alla scrittura cuneiforme su tavolette d’argilla con cui fu composta l’Epopea di Gilgamesh, il primo grande poema epico della storia umana (2000 a.C. circa).
Ho sempre subito un grande fascino per i segni, soprattutto quelli arcaici, le impronte che scavo nella materia artistica, i cunei, i fili e gli strappi, mi vengono inizialmente da certe civiltà arcaiche.
Arnaldo Pomodoro
Tra i lavori che l’artista ha incluso in quest’opera, c’è la tomba putativa di Cagliostro, realizzata negli anni Ottanta per un’esposizione al Castello di San Leo e successivamente riadattata per essere collocata nell’ultima stanza del Labirinto milanese. Un ambiente suggestivo in cui si conclude la visita, un “viaggio tra mito e memoria, alla scoperta della radici dell’esperienza umana”, come lo descrive la Fondazione.
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Voci dipinte 27.04.2025, 10:35
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