Immaginate che la Svizzera non esista. Cosa mancherebbe?
Modello Neutralità, Kunsthaus di Aarau
È la domanda che, all’inizio della mostra in corso ad Aarau, invita il visitatore a riflettere su un modello cardine dell’identità elvetica.
A parte la mancanza di attrazioni paesaggistiche e naturali, se la Svizzera non esistesse mancherebbe qualcosa di culturalmente importante. Lo si capisce guardando al passato: cosa sarebbe successo se gli eventi storici non avessero portato alla fondazione di un’organizzazione di aiuto umanitario importante come la Croce Rossa? Con un ruolo di mediazione fondamentale nella storia, riaffermato nei giorni scorsi con il rilascio degli ostaggi a Gaza. E poi c’è da chiedersi quali guerre avrebbero devastato il continente se la Svizzera non avesse agito da cuscinetto.
Ma guardando al presente e al futuro, come va inteso il modello elvetico di neutralità?
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Marc Bauer, Sphinx, 1931, 1935, 1947/2024 (Installazione)
La mostra dal titolo Modello Neutralità, aperta fino all’11 maggio al Museo d’arte di Aarau, invita a riflettere in modo critico su un principio politico e di diritto internazionale che ha storicamente giocato un ruolo importante nell’immagine della Svizzera. E consapevoli di quanto l’arte possa evidenziare gli aspetti più contraddittori e complessi della nostra vita e del nostro sistema sociale, la mostra affronta il tema attraverso le opere e le installazioni di 14 artiste e artisti contemporanei che operano in Svizzera.
Dal campo di battaglia degli Elvezi alla negoziazione del Trattato di Losanna, fino al World Economic Forum di Davos, la mostra offre uno specchio in cui guardare in profondità l’immagine della Svizzera neutrale, contribuendo alla discussione sulla nostra coesistenza e sul nostro posto nel mondo.
Per Voci dipinte Emanuela Burgazzoli ha chiesto a Katharina Ammann, curatrice della mostra, come sono stati selezionati gli artisti che partecipano al percorso espositivo.
Abbiamo selezionato gli artisti in modo che rappresentassero il maggior numero possibile di media e diversi linguaggi artistici. In mostra troviamo quindi installazioni, video, performance, disegni, dipinti. Ma d’altro canto per noi era anche molto importante poter affrontare anche argomenti di natura diversa attraverso l’arte. Quindi troviamo approcci più storici, come nel caso del lavoro di Marc Bauer, che riflette sul ruolo della Svizzera durante la seconda guerra mondiale, sui legami tra ambienti artistici e regime nazionalsocialista.
Partendo dai lavori di un artista presente nella nostra collezione, Karl Balma, che era fuggito in Svizzera durante la guerra. Abbiamo poi la grande installazione di Thomas Hirschhorn che evidenzia il ruolo di una Svizzera paese neutrale, che è anche la sede di un Forum mondiale dell’economia, il World Economic Forum di Davos, che vede arrivare in questa località grigionese i rappresentanti dell’élite dell’economia internazionale. Ma ci sono anche opere che riflettono sulla neutralità della lingua, come nel caso di Grammar of Calculator Ambiguità dell’artista Gabriela Löffel, che presenta un video in cui interpreti e ricercatori cercano di ricostruire la trascrizione di un audio delle dichiarazioni registrate da un insider trader. Si vedono le loro esitazioni, i loro dubbi di traduzione di questo gergo economico venuto alla luce con l’inchiesta sui Pandora Papers.
In questa mostra si affrontano aspetti apparentemente molto diversi della neutralità intesa come concetto politico di intesa.
Katharina Ammann
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Gabriela Löffel, Grammar of calculated ambiguity, 2024
A breve i cittadini svizzeri saranno chiamati ad esprimersi sulla neutralità e sull’opportunità di sancire questo principio ancorandolo alla Costituzione. Katharina Ammann, curatrice della mostra, cosa spera che il pubblico porti con sé, visitando questa mostra?
Penso che questa mostra possa dimostrare che la neutralità è un concetto complesso e che non esiste certamente una risposta semplice. E se questa mostra incoraggia i visitatori e le visitatrici a riflettere più profondamente su cosa significhi realmente il termine neutralità e a prendere consapevolezza che la neutralità e la comprensione della neutralità, così come la società, devono essere sempre in grado di cambiare e mutare, allora, come museo d’arte, avremo già ottenuto molto.
Katharina Ammann
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Felix Stöckle, Vintage- Tourismousplakate, 2024-25 (installazione)
Caroline Bachmann (*1963), Marc Bauer (*1976), Denise Bertschi (*1983), Mîrkan Deniz (*1990), Guerreiro do Divino Amor (*1983), huber. huber (Markus Huber, *1975; Reto Huber, *1975), Thomas Hirschhorn (*1957), Gabriela Löffel (*1972), Aleksandra Mir (*1967), Kim da Motta (*2000), Guido Nussbaum (*1948), Davide-Christelle Sanvee (*1993), Felix Stöckle (*1994) sono gli artisti chiamati a riflettere su Modello Neutralità, mostra in corso al Aargauer Kunsthaus di Aarau, fino all’11 maggio.
Dietro le quinte di un capolavoro
Voci dipinte 09.02.2025, 10:35
Contenuto audio
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/storia/Svizzera-e-neutralit%C3%A0-due-volti-di-una-stessa-anima--2492020.html