Cinema

Leggere Lolita a Teheran

Tratto dall’omonimo libro di Azar Nafisi, il film del regista israeliano Eran Riklis, ambientato nell’Iran dei primi anni ‘80 racconta la storia di un gruppo di donne appassionate di letteratura che sfidano fondamentalismo e violenze

  • 22 marzo, 11:00
Golshifteh-Farahani Leggere Lolita a Teheran
Di: Alessandro Bertoglio 

Donne senza paura. È tratto dall’omonimo libro di Azar Nafisi “Leggere Lolita a Teheran”, film del regista israeliano Eran Riklis, nelle sale della Svizzera italiana.

Riklis è nato a Gerusalemme nel 1954, è cresciuto girando il mondo, da Montreal a New York, da Rio de Janeiro a Beaconsfield in Inghilterra dove ha frequentato la National Film School. Il suo successo internazionale è datato 2004 con il film “La sposa siriana”, premio del pubblico di Locarno. “Leggere Lolita a Teheran” è il suo quattordicesimo lungometraggio ed è un film che ha avuto una gestazione complicata: un film fortemente politico, con un cast prevalentemente femminile, parlato in farsi, girato a Roma (con una notevole accuratezza nel ricreare luoghi molto simili alla vera Teheran) da un regista israeliano, supportato da una produzione italiana...

Il film è una storia di resistenza civile, di amore per la letteratura, per la libertà e per il sogno di poter, un giorno, lasciarsi alle spalle soprusi e fondamentalismi di ogni tipo. Nello specifico, quando inizia la narrazione, siamo nell’Iran del 1979, quello del ritorno dall’esilio e conseguente ascesa al potere dell’ayatollah Komeini, il primo a dare una forte limitazione alle libertà individuali, specie quelle femminili, a cominciare dall’obbligo di indossare il velo fuori di casa. La protagonista, Azar Nafisi, è una professoressa di letteratura dell’Università di Teheran, città nella quale ha fatto ritorno nella speranza di una cambiamento... ma già dall’arrivo in aeroporto capisce che, se cambiamento sarà, non sarà certo in positivo. Il suo rifiuto di indossare il velo in università, le costa il lavoro: lei però si riunisce segretamente con alcune delle sue studentesse più appassionate e combattive, per leggere i libri vietati. Ma non solo. La casa di Azar diventa una sorta di oasi di libertà: senza il velo, le donne si sentono libere di confidarsi segreti personali, di discutere della situazione politica, di aiutarsi vicendevolmente quando la vita personale non è felice come dovrebbe. Il tutto accompagnato da dolci, the e dalle letture, in particolare quella della “Lolita” di Nabokov. Mentre fuori casa, il regime trasforma Teheran e l’intero Iran in una società sempre più oppressiva, costringendo Azar ed il marito ad un nuovo esilio.

Interpretata da una splendida Golshifteh Farahani, la protagonista e narratrice Azar Nafisi (il libro in italiano è edito da Adelphi) trasmette al meglio le emozioni di una donna divisa tra l’amore per il marito, per il suo lavoro di insegnante e per la libertà. Ed il gruppo di studentesse che si raduna intorno a lei, sfidando le regole ferree della società, colpisce emotivamente lo spettatore, concentrando scena dopo scena gli scenari di ansia e paura, speranza e amore, incertezza e determinazione, che ne fanno una storia universale.

Quasi 10 anni di lavoro per portare a termine una vera impresa cinematografica, realizzata con il consenso della “vera” Azar Nafisi, che il regista ha conosciuto e incontrato a Washington, dove ora vive. Tra le protagoniste del film anche Lara Wolf, attrice, scrittrice e cantante persiano-svizzera.

13:12

Al cinema!

Tra le righe 20.03.2025, 14:00

  • iStock
  • Sarah Tognola e Isabella Visetti

Ti potrebbe interessare