Cinema

Tutti i colori di Maccio

La comicità di Maccio Capatonda sfida i cliché, decostruisce i linguaggi impossessandosi della loro stessa struttura narrativa

  • 10 ottobre, 17:00
Italiano medio - 01
  • © 2015 Medusa Film
Di: Alessandro Chiara 

Mentre sale le scale del Palacongressi di Lugano, Maccio Capatonda (nome d’arte) zigzaga plasticamente sui gradini. Cappello pigiato in testa, allunga la mano e si presenta: “piacere, Marcello”. “Come mio figlio!”, ribatto io, connotandomi immediatamente come il fan beota al cospetto del suo idolo. Lui chiude con un sardonico “per quello mi chiamo così, in onore a tuo figlio”.

La comicità di Capatonda è tutta qua, in quella capacità di usare le tue armi contro di te. O meglio: gli strumenti di un linguaggio contro quello stesso linguaggio. Per smontarlo, guardarci dentro e trovarci a volte la vacuità, altre la doppiezza, altre ancora la spietatezza. Lo ha fatto con i trailer, con il telegiornale, con gli inviati, mescolando tivù del dolore e tivù spazzatura: “Ho sempre visto la realtà come un posto da cui scappare attraverso i miei video”, mi confiderà durante la nostra intervista.

La sua comicità è anche “il frutto delle canne che mi sono fatto in gioventù” aggiungerà all’incontro pubblico poco dopo, in qualità di ospite della rassegna luganese Endorfine. Canne o no, ci vuole una buona dose di intelligenza nella comicità in generale, ancor di più in quella di Capatonda, che si è fatto beffa di chiunque, da Dio (o dio) ai portatori di handicap, senza per questo finire nel tritacarne dei difensori del politicamente corretto: “Hanno paura solo quelli che basano l’umorismo sulla scorrettezza. L’umorismo può essere anche altro, non è solo scorrettezza”.

Maccio lo trova nei linguaggi, dicevamo, e nella lingua italiana. Come nel caso di quello sketch in cui una preziosa bottiglia di liquore viene fatta cadere in maniera maldestra da uno dei protagonisti: “io non reggo l’alcol!” (vedere il trailer renderà decisamente più giustizia alla comicità di Maccio).

Padre Maronno, il suo alter ego ispettore Capitonda (per un errore del costumista!), Ippolito Germer sono solo alcuni delle decine di personaggi inventati da Maccio Capatonda, ma è forse Mariottide il suo preferito: “è il più simpatico, probabilmente con lui uscirei una sera”.

Oggi, dopo la partecipazione a LOL nel 2022 (reality tra comici, in cui chi rideva veniva eliminato), ha avviato un momento di transizione: “sto lavorando su cose meno parodistiche, più ispirate al reale e forse anche a un live”.

Poco dopo la nostra intervista, Marcello avrà un assaggio di live, quello con il pubblico del Palacongressi. Ma sembra già a suo agio.

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Maccio Capatonda

RSI Cultura 08.10.2024, 09:00

  • RSI
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