Filosofia e Religioni

“Il razzismo? Lo supero con l’ironia”

A “Chiese in diretta” la testimonianza di Kossi Komla-Ebri, medico chirurgo del Togo che vive da anni in Italia

  • 21 marzo, 08:22
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Le mille facce del razzismo

RSI Cultura 21.03.2024, 08:19

  • unsplash.com
Di: Red. 

Ricorre oggi – 21 marzo 2024 – la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Per l’occasione, in tutta la Svizzera, numerose associazioni organizzano momenti di incontro, riflessione e sensibilizzazione sul tema della lotta al razzismo.

Secondo un recente studio del Servizio per la lotta al razzismo del Dipartimento federale dell’Interno, infatti, in Svizzera il 17% della popolazione dichiara di essere stato vittima di discriminazione razziale, negli ultimi cinque anni. Si tratta soprattutto di persone giovani e con un passato migratorio.

La discriminazione razziale si incontra in tutti gli ambiti della vita: in ufficio, allo sportello, nell’aula scolastica o sul treno… ma l’ambito di gran lunga più citato è quello del lavoro o della ricerca di lavoro.

A “Chiese in diretta” - settimanale ecumenico di informazione religiosa della RSI - il dottor Kossi Komla-Ebri, medico chirurgo del Togo che vive da anni in Italia, racconta (qui sopra l’audio integrale) il suo rapporto con il razzismo, gli attacchi subiti e superati, episodi di vita imbarazzanti e a volte penosi.

Autore di un libro, “Imbarazzismi”, Edizioni S.U.I., Komla-Ebri affronta il tema in chiave ironica, smascherando pregiudizi e stereotipi che sono ancora ampiamente diffusi. Anche lui come tanti altri, ad esempio, una volta è stato fermato dalle forze dell’ordine, chiaramente mosse da un pregiudizio razziale. Ma sono diversi gli episodi nei quali è stato vittima.

Capita che alcune persone gli facciano domande strane. C’è chi pensa all’Africa come a un unico Paese e non sa, o fa finta di non sapere, che invece è un continente di 54 Paesi con più di 2100 lingue. Dice: «È come se io incontrassi una persona di carnagione bianca in Togo e questa mi dicesse di salutargli un parente o un amico che vive a Oslo…». E ancora: «A volte c’è chi mi chiede: ma è vero che in Africa vivete sugli alberi? Oppure: è vero che in Africa andate in giro nudi? All’inizio mi offendevo, poi mi sono reso conto che offendermi non risolve le cose. E così ho cercato di difendermi con ironia. E rispondo: sì, andiamo tutti in giro nudi. Anche io sono arrivato a Malpensa in pieno inverno e sono sceso dall’aereo nudo…».

La chiave per superare il razzismo Komla-Ebri l’ha trovata proprio nell’ironia, una sorta di salvagente che gli permette di continuare a galleggiare nel mare degli imbarazzi. Racconta: «L’ironia è una mia difesa perché mi permette di uscire dal vittimismo, perché se faccio la vittima offro soddisfazione – a chi offende, ndr –. È quello che lui vuole. Quindi uso l’ironia e la mia accortezza… è il mio modo di entrare in rapporto con l’altro. Perché se discuto con qualcuno e gli dico: “Tu hai torto”, ho chiuso ogni possibilità di dialogo. Lui può ridere, sorridere della mia ironia. In qualche modo il sorridere apre un varco dove posso entrare con il mio messaggio, perché dopo lui ci ripenserà».

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