Cristianesimo

“La frontiera? Un’opportunità e non una chiusura”

Anne Zell è stata recentemente eletta nuova pastora della Chiesa evangelica riformata nel Sottoceneri (CERS) - Intende lavorare per una comunità di credenti accogliente e variopinta, che non si fa fermare di fronte alle frontiere

  • 2 ore fa
10:04

Tempo dello Spirito - 10 novembre 2024

RSI Cultura 16.11.2024, 09:43

Di: Luisa Nitti 

Anne Zell, consacrata pastora più di 30 anni fa nella Chiesa evangelica regionale tedesca del Baden, è stata eletta come nuova pastora della Chiesa evangelica riformata del Sottoceneri (CERS). Da poche settimane ha preso servizio in Ticino e si occuperà in particolare del Mendrisiotto, ma collaborerà anche con la Chiesa riformata di Lugano, per la celebrazione di culti in lingua tedesca.

Pastora Anne Zell, quali sono le sue prime impressioni a proposito delle chiese per le quali ha iniziato a lavorare?

Certo, è ancora presto per fare valutazioni, ma ho già ricevuto un’accoglienza calda in occasione del primo culto che ho tenuto a Vacallo e sono contenta del fatto che terrò anche culti in tedesco: questo mi riavvicina alle mie radici.

Lei ha una larga esperienza pastorale: da quasi trent’anni ha scelto di lavorare per la Chiesa evangelica valdese, in Italia. Qui ha sviluppato una forte sensibilità verso una chiesa plurale, accogliente, intergenerazionale e composta da persone provenienti da paesi diversi… un percorso che proseguirà qui in Ticino?

Ormai questo aspetto fa parte del mio dna, come persona e come pastora. “Essere chiesa insieme” per me significa non solo incontrare e accogliere person eprovenienti da altri paesi, ma anche lavorare a una comunità di credenti variopinta, composta da persone di età diverse, con diversi orientamenti e progetti di vita, che sono unite dalla parola evangelica.

Lei proseguirà – a metà tempo – il suo impegno per la Chiesa valdese di Como. Lavorare al di qua e al di là del confine sarà occasione per immaginare delle collaborazioni?

Sarà prima di tutto una bella sfida per me, perché dovrò organizzare e gestire queste due chiese, con le loro differenti esigenze. Credo anche che delle forme di collaborazione saranno possibili: culti o altre attività potranno forse essere condivisi, ma soprattutto potremo immaginare insieme delle chiese accoglienti, che considerano la frontiera come un’opportunità e non come una chiusura.

So che lei, pastora Zell, intende anche concentrarsi, nel Mendrisiotto, sulla cura pastorale verso le persone più anziane.

Spesso ci lamentiamo perché nelle nostre chiese ci sono pochi giovani, ma è molto importante prendere atto della realtà e adoperarsi nella cura pastorale delle persone più anziane, per accompagnarle in questa fase della vita che ancora può dare molto.

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