Filosofia e Religioni

Abusi: il vaso di Pandora della Chiesa evangelica tedesca

La vescova luterana Kirsten Fehrs: «Saremo credibili solo se ci mostreremo operativi affinché le cose cambino»

  • 21 febbraio, 11:45
  • 21 febbraio, 12:48

Abusi nella Chiesa evangelica tedesca

RSI Cultura 21.02.2024, 12:46

  • Keystone
Di: Red./Gaëlle Courtens

Insabbiamenti, incapacità, indolenza da parte della Chiesa evangelica in Germania. È il duro verdetto dell’equipe indipendente che ha svolto una ricerca sugli abusi perpetrati negli ambienti della Chiesa e della diaconia tedesca.

La ricerca ha rivelato l’esistenza di gravi abusi commessi da pastori, insegnanti di religione, ma anche da altre figure in seno alla più importante istituzione ecclesiastica tedesca, accanto a quella cattolico romana.

Lo scorso 25 gennaio i risultati di questa ricerca sono arrivati come un fulmine a ciel sereno. Per un arco temporale che va dal 1946 al 2020, lo studio ha identificato 2225 vittime accertate e 1259 perpetratori. Un terzo degli accusati erano pastori quasi esclusivamente di sesso maschile. L’età media delle vittime undici anni. Subito si è parlato della punta di un iceberg, perché quelli accertati sono soltanto i casi documentati ai quali i ricercatori hanno avuto accesso. Diciannove chiese regionali su venti non hanno mai setacciato sistematicamente i propri archivi e di conseguenza nello studio non è confluita una gran parte dei casi che pur sono stati segnalati nell’arco degli ultimi decenni.

A ciò vanno aggiunti tutti quei casi non ancora formalmente denunciati. In base a dei calcoli di proiezione, gli esperti stimano che le vittime potrebbero essere più di 100’000. L’equipe, composta da una quarantina di ricercatori e ricercatrici, è giunta all’amara conclusione che la Chiesa evangelica, anziché fare chiarezza, abbia coperto i colpevoli. Chiese in diretta, Settimanale ecumenico di informazione religiosa, ha dedicato al tema un approfondimento.

La presidente della Chiesa evangelica in Germania, la vescova luterana Kirsten Fehrs, commentando pubblicamente i risultati della ricerca, ha chiesto scusa alle vittime.

«Come istituzione ci siamo resi colpevoli di innumerevoli casi e non posso che scusarmi con tutto il cuore con coloro che sono stati abusati. Allo stesso tempo, questa richiesta di scuse non può rimanere senza conseguenze concrete. Saremo credibili solo se ci mostreremo operativi affinché le cose cambino. In altre parole, oltre a tutte le linee guida di prevenzione che da tempo sono in vigore nelle chiese regionali, serve ora promuovere un cambiamento di ordine culturale».

Kirsten Fehrs si è detta scossa e scioccata dei risultati della ricerca. Parla con voce tremante la presidente dei circa 19 milioni di evangelici in Germania. Ma cosa intende esattamente quando parla di necessità di un cambio culturale?

«Parliamo del fatto che nell’ambito delle comunità e delle organizzazioni diaconali c’è stato chi si è voltato dall’altra parte. Parliamo di un eclatante fallimento della nostra Chiesa nel rendere giustizia alle persone colpite. Non le abbiamo protette al momento del reato e non le abbiamo trattate con dignità quando hanno trovato il coraggio di farsi avanti. Non abbiamo avviato questo studio perché volevamo sapere se c’è stata o c’è violenza sessualizzata nei nostri ranghi. L’abbiamo avviato perché volevamo che gli elementi sistematici e le strutture di rischio fossero identificati, verificati e analizzati in modo indipendente e scientifico. È una cosa chiara. Abbiamo strutture che proteggono gli autori di violenza».

Gli abusi sessuali nella Chiesa evangelica hanno a lungo ricevuto scarsa attenzione da parte dell’opinione pubblica. I commenti dopo la pubblicazione di questo studio vertono soprattutto sulla discrepanza esistente tra l’autopercezione delle stesse chiese protestanti e la realtà dei fatti. L’impressione è che, al contrario dei cattolici, gli evangelici fossero convinti di essere meno inclini al fenomeno degli abusi grazie alle loro strutture partecipate dal basso e all’organizzazione federalista delle singole Chiese regionali. Diciamolo pure, per molto tempo i protestanti si sono reputati più bravi dei cattolici. Non hanno il celibato, cioè i pastori e le pastore si sposano e hanno spesso anche una famiglia. E poi, altro fattore che si reputava potesse agire come deterrente c’è l’ordinazione delle donne al ministero pastorale. Non c’è dubbio che con questa ricerca sono caduti dei tabù, Anzi, essa cambia i paradigmi fin qui esistenti non solo in Germania, ma in tutto il mondo protestante.

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