Carla Lonzi, scomparsa nel 1982, filosofa e attivista femminista, autrice dello storico saggio Sputiamo su Hegel (La Tartaruga, 2023) è al centro del saggio di Annarosa Buttarelli. Il libro si intitola Carla Lonzi. Una filosofia della trasformazione ed è appena uscito per Feltrinelli.
Nell’estate dello scorso anno la casa editrice La Tartaruga ha annunciato la ripubblicazione dell’intera opera di Carla Lonzi, tra le più importanti teoriche del femminismo italiano degli anni Settanta, fondatrice - insieme ad Elvira Banotti e Carla Accardi - del gruppo Rivolta Femminile e firmataria del Manifesto di Rivolta Femminile, che ha rappresentato negli anni settanta il punto di partenza e di ispirazione per i numerosi collettivi femministi sorti in quegli anni in Italia.
Tra i suoi testi più noti, pietre miliari della saggistica femminista diventati per decenni quasi introvabili, i saggi: Sputiamo su Hegel (1970), dove Lonzi critica l’impostazione patriarcale della politica marxista e comunista e La donna clitoridea e la donna vaginale (1971), in cui sfata il mito dell’orgasmo vaginale, funzionale al modello patriarcale della complementarità della donna all’uomo. I due testi di Lonzi sono usciti, ad inizio settembre 2023, per la casa editrice fondata da Laura Lepetit con il titolo Sputiamo su Hegel e altri scritti (La Tartaruga, 2023).
La curatela del bel progetto editoriale è stata affidata ad Annarosa Buttarelli, un nome di primo piano del femminismo italiano, dal 1988 attiva nella Società Filosofica di Diotima, fondatrice dell’Associazione Aspasia di Mileto, e all’Università di Verona, sede storica di Diotima, curatrice di un Master in Filosofia di trasformazione. Una formazione che sostiene, testimonia e promuove la filosofia della differenza sessuale «che porta nell’ambito dell’atteggiamento fenomenologico la decisiva attenzione realistica all’esistenza qualitativamente differente degli uomini e delle donne». Annarosa Buttarelli condivide inoltre con Carla Lonzi, che fu storica dell’arte, una ricerca che arriva fino alle relazioni tra le pratiche filosofiche e le pratiche artistiche.
Critica d’arte e femminismo: Carla Lonzi
Diderot 14.06.2019, 17:40
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«Da quel momento ho iniziato a essere una donna, ho iniziato ad amare questo nome che non sentivo pronunciare nelle aule dove si studiava storia della filosofia. Da allora, non ho mai smesso di essere grata a Carla Lonzi, non ho mai smesso di imparare da lei e dalla sua vita, dai suoi scritti».
Così Annarosa Buttarelli ha parlato dell’effetto che ebbe su di lei, giovane filosofa in formazione, la lettura degli scritti di Carla Lonzi.
Un effetto che si può dire si concretizza ora con il volume che pubblica per Feltrinelli e dedicato proprio a Carla Lonzi, dal titolo Carla Lonzi. Una filosofia della trasformazione (Feltrinelli, 2024).
Enrico Bianca, che ha interpellato Annarosa Buttarelli per Alphaville, le ha chiesto perché è importante rileggere Carla Lonzi oggi.
«La motivazione per cui è importante oggi riprendere Carla Lonzi è che è una delle poche voci che ci sono al mondo attualmente. Lo sto dicendo in una maniera che sembra troppo forte, ma è così. Una voce che consegna ai giovani, alle giovani soprattutto, che stanno cercando qualcosa che una volta avremmo chiamato pensiero forte. Adesso l’abbuffata del pensiero debole, l’abbuffata della dittatura dell’opinione, toglie - alle studiose e agli studiosi, a chi ha voglia ancora di fare politica in prima persona, ai giovani di oggi, alle giovani di oggi - un orientamento che sia costruttivo. Non solamente opinionistico o negativo, come può essere il nichilismo diffuso (anche nelle università contemporanee). Per cui Carla Lonzi è una luminosa strada per potere fare quella cosa che lei ha chiamato deculturizzarsi. Cioè togliere da sé tutte le sovrapposizioni, le sovrastrutture negative o comunque inutili e manipolatorie che abbiamo dentro, per ritrovare un’originalità di azione e di pensiero di cui si ha una gran sete oggi».
Carla Lonzi
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Nel saggio che Annarosa Buttarelli dedica al pensiero filosofico di Carla Lonzi appare in primo piano, innanzitutto, il suo lavoro di creazione di un femminismo, certamente storicamente radicale e importante, ma soprattutto profondamente emancipatorio.
Un femminismo «la cui posizione era quella delle vittime della storia che cercano un loro riscatto attraverso la richiesta dei diritti, dell’accesso paritario alla vita pubblica al lavoro». Ma, sostiene Buttarelli, Carla Lonzi «non poteva accontentarsi perché capiva che bisognava rovesciare, fare un sottosopra e cioè da vittime, diventare pensatrici in proprio. Costruire un mondo, una cultura femminile che non esisteva non esisteva una filosofia riconoscibile come facente parte di un percorso di pensiero femminile bisognava costruire quello che adesso è una biblioteca una ricerca intellettuale, letteraria, persino musicale».
Qui sotto l’intera intervista a Annarosa Buttarelli.
Carla Lonzi
Alphaville 15.05.2024, 11:45
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