Storie

Donare pulito, la cura che eleva e restituisce bellezza

Una giornata con Michel Simonet, lo spazzino filosofo, tra le vie di Friborgo

  • 3 novembre, 08:01
  • 3 novembre, 17:18
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Michel Simonet, da: "Le balayeur à la rose" doc di RTS

  • RTS
Di: Red/Letizia Bolzani 

«Solo radicandosi bene a terra, un’anima può elevarsi al cielo».
Lo sostiene Michel Simonet, spazzino (netturbino, operatore ecologico… lui preferisce il termine di “balayeur de rue”) del comune di Friborgo, studi di teologia, scrittore, poeta, filosofo e esperto di canto bizantino.
Dalle sei del mattino alle quattro del pomeriggio, con tutti i tempi, lui è lì a creare e donare bellezza. La bellezza di strade pulite. Venti chilometri al giorno percorsi con il suo carretto, su cui non manca mai una rosa, issata quasi a effimera bandiera di fragile purezza. Incontra tutta la miseria e la grazia dell’umanità, a cui regala ogni giorno un momento di condivisione e di ascolto.

Ogni giorno è una creazione rinnovata per lo spazzino filosofo di Friborgo. «Bisogna avere una tenerezza compassionevole verso le persone», scriveva Albert Cohen, uno degli autori preferiti di questo coltissimo “balayeur de rue”, che ha fatto studi di teologia, ed è poeta, filosofo, scrittore, esperto di canto di bizantino, nonché padre di una numerosa famiglia, e che ogni giorno è grato per la vita che si è scelto.
Letizia Bolzani, curatrice del Laser Tra terra e cielo, lo spazzino di Friborgo, ha trascorso una giornata con lui, seguendolo nel suo lavoro (che è anche incontro, preghiera, meditazione) per le vie di Friborgo, per capire meglio le sue parole e come si sta incarnati nell’umiltà della vita quotidiana, con l’attenzione rivolta all’altro e sentire forte il senso della vita.
Una vera “chiamata” quella di Michel Simonet, che lui stesso racconta così:

Ci sono varie ragioni all’origine di questa chiamata, più fonti. Ma la fonte principale so che è spirituale. Lavoravo come impiegato di commercio. Avrei voluto lavorare magari nelle ambasciate, per vedere un po’ il mondo. Ma poi il mio incontro con il Cristo, che anche lui camminava sulle strade, camminava all’aria aperta (forse non con le scarpe antinfortunistiche che ho io, ma con dei sandali) mi ha chiamato all’umiltà, alla semplicità e anche a una vita interiore che volevo preservare. È un lavoro che ci lascia la testa libera e le braccia occupate e ciò fa per me.

Un lavoro al gelo, al caldo, sotto la pioggia e sotto il sole. Un lavoro con lo sguardo verso terra e il cuore verso il cielo. Un lavoro manuale che offre orizzonti liberi al pensiero. Un lavoro tra lo sporco e le miserie dell’umanità, ma da cui la grazia non è assente, anzi. E lui li sa cogliere tutti questi frammenti quotidiani di grazia e bellezza, e li scrive nei suoi libri in cui convivono stile filosofico, letterario, poetico. Simonet è filosofo e poeta, è una sorta di mistico della quotidianità. Ma lui si schermisce. Interrogato su questo, da Letizia Bolzani, mentre attraversano il parco di fronte alla stazione dove all’alba si trova ciò che le dipendenze umane, dalla droga, dall’alcol hanno lasciato sul selciato cittadino. Le sue parole restano semplici, umili, pratiche. In fondo lui si sente un artigiano. Un artigiano che crea però qualcosa di invisibile e effimero: il pulito.

Io sento questa importanza di creare del pulito anche e soprattutto per le persone che abitano la mia città. Si dice che si diventa ciò che si guarda e non so se è vero, ma credo che uscire al mattino per andare al lavoro e trovare una strada pulita, dei parchi puliti, ti migliori la giornata. Per me è davvero una missione far sì che l’ambiente sia più accogliente e mi piace pensare che questo migliori l’umore delle persone, che poi si aggiungeranno a fare meglio il loro lavoro, nelle migliori disposizioni, per cominciare a farlo, avendo visto una sorta di creazione rinnovata attraverso le mie cure.
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La domenica Michel Simonet è cantore in varie chiese della città, dalla parrocchia del suo quartiere alla cattedrale, e si dichiara molto felice di spazzare i dintorni della cattedrale durante la settimana e di andare a cantarci la domenica, accompagnato dal famoso organo, sul quale hanno suonato tanti importanti musicisti, a cominciare da Franz Liszt.
Percorrendo le vie di Friborgo Michel Simonet e Letizia Bolzani arrivano proprio fino alla cattedrale e lì, a cappella, Simonet accenna un incantevole canto bizantino dedicato a Maria.

Michel Simonet ha pubblicato due libri in francese: Une rose et un Balai, e Un couple et sept couffins, il primo dei quali è stato tradotto in tedesco e in italiano con il titolo di Lo spazzino e la rosa (AnimaMundi Edizioni).

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Tra terra e cielo: lo spazzino di Friborgo

Laser 21.10.2024, 09:00

  • animamundiedizioni.com

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