È notizia di pochi giorni fa che l’Albania sta valutando la possibilità di creare un microstato islamico sovrano all’interno dei suoi confini. Verrà gestito dalla confraternita dei musulmani Bektashi, la quarta comunità religiosa più grande in Albania, che si distingue per il suo approccio ad un Islam più moderato e promuove armonia e dialogo. La piccola enclave di appena 10 ettari si troverà a Tirana, da sempre emblema di tolleranza religiosa. Simile allo Stato del Vaticano, questo lembo di terra si chiamerà Stato Sovrano dell’Ordine di Bektashi ha annunciato il primo ministro Edi Rama che intende creare un luogo in cui l’Islam possa esprimere i suoi valori più inclusivi, offrendo un esempio di convivenza pacifica e rispetto reciproco tra le diverse fedi. Il nuovo stato sarà completamente autonomo ed avrà una propria amministrazione, passaporti e confini ben definiti, seguendo le pratiche inclusive e liberali dell’ordine sufi. Le regole della vita quotidiana saranno infatti molto lontane da quelle più conservatrici riflettendo la tolleranza dei Bektashi: sarà consentito l’uso di alcolici e non verranno imposte restrizioni alle donne su come vestirsi. “Dobbiamo prenderci cura di questo tesoro, la tolleranza religiosa, e non darla mai per scontata” ha sottolineato Rama.
Chiaramente la creazione di un microstato musulmano richiede una serie di sfide sia legali che politiche. Il nuovo stato dovrà ottenere l’approvazione del Parlamento albanese, dominato dal Partito Socialista di Edi Rama.
Chi sono i Bektashi
L’ordine dei Bektashi è una confraternita sufi di origine islamica appartenenti alla corrente mistica dell’Islam sciita, ma nel corso del tempo hanno sviluppato una dottrina sincretica che incorpora elementi di altre tradizioni religiose, il che li rende una corrente unica nell’Islam. L’Ordine è stato fondato nel XIII secolo da Haji Bektash Veli, un mistico e filosofo sufi di origine turca, che promosse una forma di spiritualità aperta e inclusiva. La sua diffusione nei Balcani e in Albania è avvenuta soprattutto durante l’Impero Ottomano, a partire dal XV secolo, quando i Bektashi acquisirono una posizione influente nell’ambito dell’esercito ottomano (attraverso il corpo dei giannizzeri).
La dottrina Bektashi è fortemente influenzata dal misticismo sufi e dallo sciismo, ma presenta caratteristiche proprie come un forte sincretismo; la spiritualità bektashi incorpora elementi di altre fedi, tra cui il cristianesimo e il misticismo sufi. Spesso viene considerata una religione inclusiva, che promuove tolleranza religiosa e uguaglianza tra i fedeli. I Bektashi venerano Ali, cugino e genero del profeta Maometto, e i dodici Imam sciiti, ma il culto è meno dogmatico rispetto ad altre correnti sciite. Le cerimonie includono spesso poesia e canti devozionali, che rappresentano un modo per raggiungere l’unione con il divino.
In Albania, l’Ordine Bektashi ha trovato terreno fertile a causa della natura pluralistica e tollerante della sua dottrina, che si adattava bene al contesto etnico e religioso del Paese. La tradizione Bektashi ha continuato a fiorire fino al XX secolo, quando il regime comunista albanese di Enver Hoxha dichiarò l’Albania uno Stato ateo nel 1967, chiudendo tutte le istituzioni religiose, compresi i tekké (luoghi di culto bektashi). Dopo la caduta del regime comunista nel 1990, l’Ordine Bektashi ha potuto riorganizzarsi, e la sua influenza è tornata a crescere. Oggi l’Albania ospita la sede mondiale del Bektashismo, situata a Tirana. Sebbene i Bektashi siano una minoranza in Albania (con la maggioranza della popolazione musulmana sunnita), essi mantengono una forte influenza culturale e spirituale.
Oggi, i Bektashi sono presenti in tutta l’Albania, specialmente nel sud del Paese, ma hanno anche comunità significative in Kosovo, Macedonia del Nord, e in diaspora (ad esempio in Turchia e nei Balcani). L’Albania rimane il centro spirituale dell’Ordine, e l’Ordine Bektashi si è distinto per promuovere un Islam pacifico, inclusivo e spiritualmente ricco.
I Bektashi d'Albania
RSI/Marco Carlone 08.08.2018, 07:30
Baba Mondi ne sarà il leader spirituale
Edmond Brahimaj, meglio noto ai suoi seguaci come Sua Santità Baba Mondi, è l’attuale leader spirituale dell’ordine Bektashi e guiderà anche il nuovo microstato. Noto per la sua saggezza e dedizione spirituale, è stato nominato Kryegjysh (“Gran Maestro”) nel 2011, diventando il leader spirituale e amministrativo dell’Ordine. Il suo ruolo principale è quello di preservare e diffondere gli insegnamenti e le tradizioni bektashi, garantendo che i valori di tolleranza religiosa, pace e dialogo interreligioso siano promossi a livello mondiale. Baba Mondi è un fermo sostenitore dell’unità tra religioni e culture, e lavora attivamente per promuovere un dialogo interreligioso.
Sotto la guida di Baba Mondi, il Bektashismo è diventato un punto di riferimento per il dialogo tra le varie fedi, accogliendo fedeli non solo musulmani. La sua visione è quella di un mondo in cui la spiritualità possa essere un mezzo per la pace, il rispetto reciproco e la cooperazione tra diverse tradizioni religiose. La leadership di Baba Mondi è stata particolarmente importante per rinnovare e rafforzare l’Ordine Bektashi dopo gli anni di repressione durante il regime comunista in Albania, quando la pratica religiosa fu proibita.
Baba Mondi ha più volte condannato il terrorismo e l’estremismo islamico. Il suo approccio è basato su principi di amore, pace e rispetto trovando ampia eco nel mondo islamico moderato. Una sfida per il leader dei Bektashi è quella che gli Stati Uniti e altre potenze occidentali riconoscano la sovranità del suo stato. “Siamo gli unici al mondo che dicono la verità sull’Islam” e “non lo confondono con la politica”, ha dichiarato al New York Times.
Un’iniziativa che va oltre le politiche interne albanesi
Il primo ministro Rama vede in questo progetto l’occasione per lanciare un messaggio globale: “Non lasciate che lo stigma dei musulmani definisca chi sono i musulmani”. In un’epoca caratterizzata da crescenti tensioni interreligiose, creare uno stato sovrano dedicato a un islam moderato che non venga associato all’estremismo, ma che possa rappresentare la forza di pace, convivenza e dialogo, costituisce un messaggio potente. Se questa iniziativa avrà successo, l’Albania potrebbe emergere come un simbolo globale di tolleranza e armonia tra le fedi.
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