Letteratura

“Tra i bianchi di scuola” di Espérance Hakuzwimana

Un’esperienza di vita che si trasforma in un libro per contestare la legittimità di un sistema educativo che discrimina gli italiani figli di immigrati

  • Ieri, 16:32
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Di: Djarah Kan 

Il nome, la lingua, la cittadinanza, la carriera scolastica, una scuola plurale, una dichiarazione di esistenza e visibilità, un manifesto di vita e per la vita. Ma di quali vite? Di chi stiamo parlando? A chi appartengono questi nomi, queste lingue e soprattutto che cosa rappresenta la Scuola quando ad attraversarla sono i corpi razzializzati di ragazzine, bambini e adolescenti espulsi, disconosciuti, discriminati?

Djarah Kan, scrittrice e attivista italiana, ha parlato ai microfoni di Alice, su Rete Due, di un saggio della scrittrice Espérance Hakuzwimana, edito da Einaudi che si intitola Tra i bianchi di scuola, voci per un’educazione accogliente.

Da ex studentessa, donna nera e frequentatrice di quei banchi di scuola, l’autrice scrive e ci racconta dell’Italia, del suo sistema educativo e dei suoi protagonisti: contestare la legittimità di un sistema educativo che discrimina gli italiani figli di immigrati è il cuore di questo libro che fin dalle primissime pagine chiarisce il suo obiettivo: quello di raccontare la realtà di quel popolo di giovanissimi che ogni mattino si svegliano zaino in spalla, dando vita ad una Scuola Pubblica che di fatto è plurale e multietnica, ma che purtroppo si ostina a vivere nella negazione della sua diversità. Servono molte cose alla Scuola Italiana. Servono strutture sicure, investimenti, insegnanti capaci di capire i bisogni dei ragazzi. Ma soprattutto, secondo l’autrice, alla Scuola Italiana serve ascolto. Ascoltare è una parola preziosa, che l’autrice insiste a scrivere, a riabilitare, a risignificare. L’Istruzione italiana va decolonizzata e le sue porte fino ad oggi chiuse, vanno spalancate su un futuro che è fatto di ragazzi provenienti dall’Africa, l’Asia, il Medio Oriente. 

La Scuola italiana vive nell’illusione della sua presunta bianchezza. Si nutre di eurocentrismo, mentre le classi del Paese, sono classi che contengono il Mondo e che raccontano un’Italia dalle multiple cittadinanze. E’ paradossale il fatto che il Ministro dell’Istruzione affermi che la Scuola Italiana dovrebbe avere come scopo ultimo quello di fare gli italiani e di insegnare loro esclusivamente la cultura Occidentale.

Mentre la Scuola Italiana vive il suo sogno di bianchezza, i corpi che la compongono non lo sono affatto. Questi corpi, fanno numero ma stranamente non contano. Eppure l’autrice, nelle storie e testimonianze che raccoglie lungo la traiettoria dei suoi viaggi su e giù per l’Italia, sa per certo che c’è un pezzo importante di Paese che può riformare la Scuola con la sua sola presenza. Il futuro è dei giovani e oggi quei giovani vengono raccontati in questo libro, non come lo stereotipo di un ostacolo culturale ma come un’assemblea viva e aperta in cui è possibile discutere del futuro di chi abita questo Paese.

«Smettete di definirci» scrive l’autrice. «Smettete di limitarci, di metterci in un angolo e usarci come pretesto […] Non siamo più pochi, non siamo più lontani o incomprensibili. Siamo tutti qui in classe e adesso siamo il mondo intero. Il futuro va accolto, ascoltato, rivisto e cambiato. Dove? Tra i bianchi di scuola».

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“Tra i bianchi di scuola” di Espérance Hakuzwimana

Mirador 15.02.2025, 14:40

  • einaudi.it
  • Moria Bubola

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