Letteratura

Corpo umano, la virgola fa la differenza

Un viaggio attraverso il corpo e le sue parti, tra simbologie, miti e stereotipi

  • Oggi, 09:17
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Di: Red./Francesca Rodesino 

Vittorio Lingiardi è psichiatra e psicoanalista. Nella sua pratica clinica ha visto e ascoltato molti corpi. Ora ce li racconta nella loro fisicità, ma anche nella loro poesia, come accade in Corpo, umano, un suo libro da poco pubblicato per Einaudi, che ha già vinto il Premio Bagutta 2025. Qui ogni organo è contemplato facendo incontrare lo sguardo della medicina con le visioni dell’arte. Ci sono il sangue e le cellule, ma anche i simboli, i miti e i ricordi. Troviamo corpi in relazione, corpi in metamorfosi, corpi malati, corpi che sussultano e che desiderano. Perché, come dice Vittorio Lingiardi, il corpo ritrovato è quello raccontato.

«Perché possiamo dire che il corpo è il nostro primo io, però anche una forma del tu? Perché nasciamo con un corpo che è il nostro corpo e al tempo stesso, però, questo corpo è in relazione con l’altro. Quindi, nel momento in cui il bambino, quando è molto piccolo, inizia a costruire, nei primi mesi, nei primi anni di vita, la propria rappresentazione di sé, il proprio schema corporeo, non lo fa in un luogo isolato, ma lo fa in un luogo di interazione, usando un termine più tecnico di intersoggettività, dove il corpo del bambino si regola anche biologicamente sul corpo materno, ma al tempo stesso anche il corpo materno o il corpo del caregiver si regola sul corpo del bambino, sui suoi bisogni, sulle sue necessità, sulle sue richieste, sia per essere sfamato, ma anche richieste legate all’attaccamento, alla ricerca di una base sicura. Quindi il nostro corpo nasce in un’interazione e questa interazione è anche in qualche modo viva dentro noi stessi». 
Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista e autore

Il titolo del volume, Corpo, umano, nasconde in quella virgola un’interpretazione molto originale del tema della corporeità. Potrebbe sembrare irrilevante, un mero segno grafico di poco conto, ma esso, al contrario, racchiude tutto il senso della visione che Lingiardi propone in questo libro:

«“Corpo umano” è un’espressione che diciamo tutta di seguito, tutta d’un fiato. E quando diciamo le cose tutte d’un fiato, automaticamente ci riferiamo a uno schema cognitivo dato per assodato. Mentre mettere questa virgola impone in qualche modo una pausa. Per essere più vicini al tema del mio libro, potremmo dire ci chiede di fare un respiro. Questo respiro secondo me è importante perché consente anche di considerare prima i due termini singolarmente. E quindi cos’è un corpo? Non è facile rispondere a questa domanda. Perché abbiamo tanti piani, c’è un corpo anatomico, c’è un corpo neurofisiologico, c’è un corpo virtuale, c’è un corpo culturale, c’è un corpo singolo, un corpo collettivo. Quindi la mia idea è: soffermiamoci attorno alla definizione di corpo. Mentre la parola corpo è molto abusata, la parola umano la dimentichiamo proprio perché siamo in un momento in cui c’è molta tecnologia. Il corpo è investito da molta tecnologia e anche c’è molta disumanizzazione nella politica, per esempio, o nel fatto che abbiamo guerre che esplodono in continuazione, persone che muoiono mentre cercano di raggiungere un altro paese. Quindi vicino alla parola corpo è importante ricordare “umano”, perché ci riporta alla nostra natura e al tempo stesso alla nostra cultura, che deve essere una cultura di riconoscimento e di rispetto. Il corpo umano è un corpo che ha bisogno di essere visto, riconosciuto e deve diventare oggetto di una rispettosa dignità. Non bisogna mai disumanizzare il corpo, perché la disumanizzazione del corpo consente di trattarlo come cosa e se lo trattiamo come cosa può essere aggredito, può essere umiliato, può essere torturato».
Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista e autore

Gli organi sono un impasto di sangue, di tessuti, di terminazioni nervose, ma per le società sono sempre stati anche dei luoghi su cui costruire delle simbologie, dei miti. Da cosa dipende l’immagine di valore, di nobiltà associata al cuore? Sta tutto nel confine tra la vita e la morte che quest’organo incarna, o c’è qualcos’altro?

«A lungo la medicina è stata cardio-centrica, cioè attribuiva al cuore il luogo della vita e il cuore che si ferma è il luogo della morte. Poi, la medicina è stata a lungo cerebro-centrica, attribuendo al cervello quelle funzioni. In realtà creare la gerarchia non ha molto senso. Chiaramente è chiaro che il cuore e il cervello sono quelli, diciamo, attorno a cui si raccoglie una maggior vitalità fisiologica, però anche si raccoglie una dimensione fortemente simbolica letteraria. E quindi, tornando al cuore, è chiaro che il cuore è il luogo del sentimento. Per esempio è il luogo legato alla dimensione dell’innamoramento, è il luogo legato al coraggio. Pensi a quante volte il cuore ritorna nel nostro linguaggio in chiave metaforica. Cuor di leone, Cuore di ghiaccio, Batticuore, crepacuore. Ecco il tramite tra il cuore come organo vitale e il cuore come luogo simbolico mitologico lo ritroviamo nel linguaggio che ci spiega in quanti modi possiamo guardare e vivere e anche sentire battere il nostro cuore».
Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista e autore

Oltre al cuore e al cervello, anche la pelle assume dei significati molto profondi legati tanto all’interiorità quanto al confronto dell’essere umano con la realtà che lo circonda. Un “luogo” simbolico di fondamentale importanza:

«La pelle è un organo che ha una sua valenza psicologica profondissima, perché è il luogo che rappresenta al tempo stesso il contenimento, il contenitore di tutto il mondo interno, e al tempo stesso è la superficie di contatto e la relazione col mondo esterno e quindi rappresenta il confine. È un luogo molto speciale, un luogo incandescente dal punto di vista affettivo e simbolico. La pelle è tutto ciò che ci contiene e ci protegge, ma è anche tutto ciò che ci espone e ci mette in contatto: la pelle può portare il segno di un trauma con i lividi, un segno dell’adolescenza con l’acne, un segno di un sentimento delicatissimo come il pudore».
Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista e autore

Dalla superficie della pelle che però, come detto, è un tutt’uno con i misteri della persona e ha un significato psicologico profondissimo, ad un organo che ci racconta una storia fatta di controllo e di prevaricazione maschile sulla donna. Circolava infatti una leggenda molto influente che vedeva l’utero come “organo vagante”. Sembra solo una questione di anatomia, invece ci dice molto della società e dei suoi valori. Qual è l’origine di questo mito?

«Prima parlavamo del cuore e del cervello come due organi cruciali dal punto di vista vitale e simbolico. Naturalmente il capitolo degli organi genitali è un capitolo a fortissima densità psicologica, emotiva, politica e simbolica. Hanno a che fare, per esempio, con la costruzione della nostra identità di genere. Tra l’altro, appunto, se pensiamo a un tema così importante al giorno d’oggi, vediamo che ci sono delle persone che nascono con una anatomia genitale, e poi in generale con una fisionomia corporea, che non è quella a cui sentono di appartenere. Quindi ci sono percorsi di transizione. Se ci vogliamo soffermare su gli organi riproduttivi, sono organi che sono sempre stati studiati e visti da una logica maschile, perché la cultura medica è sempre appartenuta al sesso maschile. Solo a metà del secolo scorso, in psicoanalisi hanno iniziato a prendere la parola alle donne per raccontare anche, appunto, la sessualità, la maternità dal punto di vista dei loro corpi e della loro esperienza. In una fase della medicina antica, l’utero non era considerato un organo fisso, non era riconoscibile anatomicamente, ma era un organo vagante e questo veniva interpretato, messo in relazione anche al carattere ondivago, imprendibile, imprevedibile del femminile e quindi a tutta quella dimensione. Si capisce bene come assegnare una psicologia a un organo significhi poi costruire uno stereotipo psicologico a partire da quell’organo e a quell’identità».
Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista e autore

23:42

“Corpo, umano”

Laser 10.02.2025, 09:00

  • einaudi.it
  • Francesca Rodesino

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