Letteratura

Auroro Borealo e i suoi libri brutti (che non sono davvero brutti)

Il musicista e collezionista di libri ha pubblicato “Il libro brutto dei libri brutti”

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Auroro Borealo - Il brutto non esiste

RSI Cult+ 17.04.2025, 12:00

  • Luca Bassi
  • Francesco Gabaglio / Luca Bassi / Alberto Dagnino
Di: Francesco Gabaglio 

In uno dei suoi brani più celebri, Auroro Borealo – al secolo Francesco Roggero – afferma: “trovo il brutto dappertutto”. La frase, letta da sola, potrebbe sembrare una boutade, ma l’artista bresciano ne ha fatto quasi un manifesto artistico, e non solo nella musica che produce. Roggero è infatti da anni un avido collezionista di “libri butti” – libri bizzarri, libri che nascondono storie incredibili, libri di consumo che la storia vorrebbe dimenticare. Così, nel 2018 apre una pagina Instagram, chiamata proprio “Libri Brutti”, dove raccoglie – e a volte, racconta – qualche pezzo della sua collezione. Da “Quando il retto non ti dà più retta” a perle ormai celebri come “Dove andiamo a ballare questa sera?”, opera pubblicata nel 1988 dall’allora Vicepresidente del Consiglio dei ministri Gianni De Michelis, politico con la passione del clubbing che ha visitato e recensito 250 discoteche in tutta Italia.

La pagina Instagram fa un successo enorme (ad oggi è arrivata a 90mila iscritti), e Auroro Borealo, sentendo il bisogno di approfondire le storie dietro questi capolavori mancati, lancia anche un podcast che, in poco più di un anno, diventa popolarissimo. Da qui a realizzare un libro, dove immortalare le opere più interessanti, il passo è breve. Ed è così che, il 18 aprile, esce “Il libro brutto dei libri brutti”, nel quale Auroro Borealo racconta una storia culturale d’Italia attraverso i libri meno seri e meno considerati dalla cultura alta.

Libro Brutto
  • Blackie Edizioni

Ma sempre di cultura si tratta: da queste opere – legate a personaggi pop o improbabili, rigettate, consumate e poi messe da parte, regalate per scherzo – emerge uno spaccato di cultura pop che racconta la nostra epoca dal basso. Da tutto questo emerge un dato: come ammette Auroro Borealo stesso, definire queste opere “brutte” non è veramente accurato. Non solo perché è onestamente arricchente (e divertente) scoprirle, ma perché, per usare le sue stesse parole, “Non esistono libri brutti. Esistono solo libri rilevanti”.

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