Letteratura

Dalhia de la Cerda e le donne nella letteratura messicana 

“Bastarde disperate”: racconti di donne e violenza entrata nella lista di candidati per l’International Booker Prize 2025

  • Ieri, 14:00
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  • Foto de Natalia del Carmen, courtesy of Sexto Piso
Di: Laura Daverio 

Aveva 16 anni quando iniziò a scrivere. Dalhia de la Cerda (@dahliadelacerda), oggi quarant’enne, era una ragazza goth alla ricerca di una voce nella narrativa dell’orrore, ispirandosi ad Allan Poe e Bram Stoker. Ma fu solo quando l’orrore vero irruppe nella sua vita che tutto cambiò. La cugina, con cui era cresciuta al pari di una sorella, scomparve,  quando finalmente fu localizzata era priva di vita, vittima di femminicido. Poco si sa ancora sugli eventi che portarono alla tragedia. Cercando tra i giornali, che spesso rivelano più di quanto non facciano gli investigatori con la famiglia, scoprì che nello stesso giorno altre sei donne erano state uccise. Da quel momento, si dedicò a studiare i meccanismi del femminicidio, un tema centrale del suo best-seller Perras de Reserva, tradotto in italiano da edizioni Solferino come “Bastarde Disperate”. Un’opera composta da racconti in prima persona, in cui ogni protagonista è una donna che si confronta con un ambiente di violenza.

«Inizialmente dovevano essere dieci racconti che parlavano delle morti violente delle donne in Messico, ma non ci sono riuscita, è un tema molto forte e ho cominciato a compromettere la mia salute mentale», spiega l’autrice. «Ho scritto solo cinque racconti e poi ho voluto prendere un’altra direzione. Investigando i femminicidi legati al crimine organizzato, sono rimasta sopresa nello scoprire donne che partecipavano attivamente come sicarie. Ho descritto donne che si trovavano dall’altra parte, quella dei colpevoli, … donne che a loro volta sono anche state vittime di violenza, perché la maggior parte di noi siamo state sia vittime che carnefici».

Il libro raccoglie 13 racconti, ciascuno scritto con uno stile che riflette l’ambiente della protagonista. Iniziano come episodi separati, ma presto emergono connessioni tra di loro, riprendendo eventi già narrati, offrendo diversi dettagli e nuove angolazioni.

Tra i racconti, una giovane ragazza, determinata a sfuggire alla povertà, sale su “La Bestia”, il treno merci che porta i migranti verso nord. La sua destinazione è la città di Juarez, dove spera di trovare lavoro in una fabbrica. Tuttavia, Juarez è anche famosa per i numerosi femminicidi, tra cui giovani operaie che tornano a casa di notte dopo il lavoro. Proprio di notte, sull’autobus, la ragazza, in preda all’angoscia, si rende conto di essere rimasta sola con l’autista.

«Non ho neanche capito quando l’autista, maledetto bastardo, ha cambiato strada. Ho iniziato a pregare, ho chiesto a Dio che stesse solo prendendo una scorciatoia, che stesse solo cercando una stradina per evitare di fare tutto il giro invece no, di colpo, non no visto niente, solo buio e deserto. Sono fottuta, ho pensato. Fottuta. Mi è preso il panico e ho iniziato a urlare di farmi scendere, a chiedergli dove cazzo mi stava portando e che per sua dannata madre e per quelle stronze delle sue figlie, non mi facesse del male. Ma quel pezzo di merda non faceva che ridere. Ha fermato il pullman. Io ero tutta rannicchiata che piangevo, piangevo molto, imprecavo. L’ho sentito scendere dal pullman e ho intravisto le luci di una pattuglia, ho urlato ancora più forte, ho chiesto aiuto, li ho supplicati, ma quei maledetti hanno fatto finta di non sentire e gli hanno permesso di andare avanti. Ci siamo persi nel deserto. Ha fatto una brusca frenata. Ha aperto la portiera e sono saliti quattro ceffi. Vuoi che te lo racconti?» (da “Bastarde Disperate”, edizioni Solferino. Traduzione di Sara Cavarero)

A poche pagine di distanza, si entra nella vita di una ragazza che, per sfuggire alla miseria, sceglie una strada diversa. Guadagna molto, ma in cambio diventa una sicaria di un cartello della droga.

«La prima volta che ho ammazzato è stato difficile, perché dovrei raccontarti una cazzata? Mi hanno portato un ragazzo che aveva tradito: per un po’ aveva fatto l’informatore per noi e poi era passato a un altro gruppo. L’avevano preso alcuni compagni e poi l’hanno spedito in caserma perché lo facessimo fuori. Il comandante si è avvicinato a me, mi ha dato una pistola e mi ha ordinato “avanti”. Era legato, sembrava Gesù Cristo imbrattato di sangue. “Non è meglio che lo lasciamo morire di fame?” Il comandate mi ha guardata e ha risposto “Cazzo, ragazza, non capisco se sei sadica o cacasotto, forza, muoviti, è un ordine”. Così ho puntato, ho chiuso gli occhi e ho premuto il grilletto. La pallottola gli è entrata in testa, in mezzo alla fronte. Morto sul colpo. Ho aperto gli occhi e l’odore della polvere da sparo e del sangue, mi ha esaltata, e cosi gli ho scaricato addosso tutti i colpi che avevo in canna. Un battesimo di fuoco”». (da “Bastarde Disperate”, edizioni Solferino. Traduzione di Sara Cavarero)

«Il suo stile e la narrativa che propone mostrano come per lei la letteratura sia un mezzo per trasformare la realtà» dice Silvia Elisa Aguilar, professoressa esperta in letteratura e progetti digitali all’Università Nazionale Autonoma del Messico. Spiega che Dalhia fa parte di una corrente letteraria attivista, legata alla forza dei nuovi movimenti femministi in Messico e in tutta l’America Latina. Racconta di come le donne stiano emergendo, pur rimanendo in minoranza rispetto agli scrittori uomini pubblicati. «Non è mai stata tanto una storia di letteratura d’evasione, quanto piuttosto una letteratura di confronto con la realtà» aggiunge la professoressa, riflettendo su ciò che accomuna le scrittrici messicane di diverse epoche, seppur attraverso stili molto diversi.

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  • Foto de Natalia del Carmen, courtesy of Sexto Piso

Emblematica la vita della scrittrice Elena Garro (1916-1998), figura centrale della letteratura messicana, che ha lottato per farsi spazio in un mondo dominato dagli uomini, a partire dal marito Octavio Paz, celebre poeta e unico messicano vincitore del Nobel per la letteratura. La loro unione si rivelò un matrimonio di sofferenze e violenze psicologiche. Garro dovette interrompere gli studi universitari e, tra le tante restrizioni, raccontò che Paz le vietò di scrivere poesia, considerandola una “territorio” maschile.

Il suo romanzo più noto, Los recuerdos del porvenir (1963), tradotto in italiano come “I ricordi dell’Avvenire”, è una saga familiare ambientata in un piccolo villaggio. Racconta la delusione degli abitanti di fronte agli eventi storici, come la Rivoluzione messicana e la Guerra Cristera, un’insurrezione popolare degli anni ’20 in risposta alle politiche anticattoliche e anticlericali dell’allora governo messicano. La trama segue vari personaggi, tra cui un generale, una donna di nome Julia, e uno straniero che cerca di portare via la donna al generale. Il romanzo mescola realtà e fantasia, con personaggi intrappolati in un destino che sembrano incapaci di sfuggire.

Alcune autrici sono riuscite a farsi apprezzare a livello internazionale, grazie a traduzioni e agli adattamenti per il grande e il piccolo schermo. Tra le più note “Como Agua para Chocolate”, il primo romanzo di Laura Esquivel, pubblicato in italiano da Garzanti come “Dolce come il cioccolato”. Le protagoniste lottano per rompere con i ruoli sociali imposti, a partire da Tita. Si svolge in un contesto familiare tradizionale e patriarcale, nel Messico della rivoluzione. Nonostante il suo amore per un uomo, Tita è costretta a rinunciare al matrimonio per prendersi cura della madre, come vuole la tradizione. La trama esplora le difficoltà quotidiane in un periodo di grandi cambiamenti, tra la lotta per i diritti delle donne e le trasformazioni sociali e politiche che segneranno il paese.

Nel 1985, invece, esce “Arráncame la vida”, l’opera più famosa di Ángeles Mastretta, pubblicato in italiano da Giunti come “Strappami la vita”. Raccontato in prima persona da Catalina, una quindicenne che si trova a sposare Andrés Ascencio, un militare molto più grande di lei, senza essere stata consultata. Con il tempo, Catalina scopre che il marito è coinvolto in affari corrotti e ha numerose amanti. Andrés diventa un potente leader politico, governando lo stato di Puebla. Catalina, come prima dama, cerca di migliorare la sua comunità, ma si scontra continuamente con la corruzione e l’impotenza di fronte alle ingiustizie. Il romanzo è ambientato nel Messico post-rivoluzionario, caratterizzato da un sistema politico corrotto e instabile, dove le donne, pur guadagnando terreno nella partecipazione sociale, sono ancora relegate a ruoli di supporto di uomini.

Le difficoltà che le autrici hanno dovuto superare per affermarsi, una condizione comune in tutta l’America Latina, hanno impedito a molte opere di essere pubbicate o le hanno ridotte a semplici ombre nel panorama letterario. Un’ingiustizia che l’Università Nazionale Autonoma del Messico si è proposta di correggere, riscoprendo e pubblicando i lavori di scrittrici del XX secolo. Il progetto, a cui lavora la professoressa Silvia Elisa Aguilar, si chiama Vindictas, e le opere sono disponibili gratuitamente su questo sito. Per chi legge spagnolo è una preziosa fonte per scoprire gemme nascoste, finalmente pronte a emergere con la luce che meritano.

1:08:20

Appuntamento con la tragedia

Alice 05.04.2025, 14:35

  • Imago Images
  • Rachele Bianchi Porro

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