«C’era due volte il barone Lamberto» è un romanzo breve, ma soprattutto una favola lunga, la storia di un vecchio che vorrebbe limitarsi a ringiovanire, a togliere i segni dalla propria pelle; scoprirà ben altro, perché ogni metamorfosi è un atto di fede.
«L’uomo il cui nome è pronunciato resta in vita».
Eccola la frase che scombina, che fa piantare tutto lì, sulle rive del Nilo, e spinge il barone Lamberto a saltare sul primo aereo per tornare nel suo palazzo sull’isola di San Giulio, al centro del lago d’Orta. Lamberto e il suo fido maggiordomo Anselmo la prendono alla lettera. Loro sono come quei bambini che la sera della Vigilia preparano senza battere ciglio i biscotti per rifocillare le renne che accompagnano Gesù bambino giù dai comignoli per portare i doni nelle case. Ci credono.
Il barone Lamberto è un vecchio di novantatré anni. Possiede 24 banche e 24 malattie che coprono tutto lo spettro dell’alfabeto, da asma a zoppia. Infatti può camminare solo se sorretto da due bastoni e deve stare attento a quasi tutti i cibi. La sua pelle è carta vetrata, macchiata un po’ dappertutto e ha rughe a centinaia.
Quando il santone egiziano gli rivela che dire il nome significa vivere, Lamberto lo prende sul serio. Senza riflettere troppo assume sei persone e le sistema davanti a un microfono nella soffitta della villa. Il loro scopo è essenziale. Ripetere il nome: Lamberto, Lamberto, Lamberto, Lamberto… 24 ore al giorno, sette giorni su sette.
Ed è una favola! Bastano pochi giorni ed ecco spuntare sul cranio avvizzito del barone un primo capello biondo, poi dei veri ciuffi, infine una chioma lunga e di seta. Anche la pelle si stira, si allunga, riprende vigore. E così tutte le malattie dell’alfabeto della vecchiaia svaniscono. Lamberto rinvigorisce a vista d’occhio, perché è vero: «L’uomo il cui nome è pronunciato resta in vita».
C’era due volte il barone Lamberto è un romanzo breve o una favola lunga di Gianni Rodari. Mette d’accordo pancia e testa; ci ricorda che le parole sono le biglie del mondo, cambiano, creano, snaturano. Combattono le rughe e persino la morte. Almeno fino a quando c’è qualcuno che ci crede.
“C’era due volte il barone Lamberto” di Gianni Rodari
RSI Cultura 25.10.2023, 21:55