Letteratura

Flavio Santi racconta Codognè

Lo scrittore e italianista, padre dell’ispettore Drago Furlan, ci porta per mano nel suo paese delle mele cotogne: Codugnella

  • 14 giugno, 11:09
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Torre di Mels a Colloredo (Friuli)

Di: Red
A Codugnella, ci vivo saltuariamente, però ci torno appena posso. C’è chi ha il mal d’Africa e io, ahinoi, ho il mal di Codognè. I sintomi sono chiarissimi. Sudori freddi, palpitazioni, sguardo perso nel vuoto e nostalgia. Tanta nostalgia. A Codognè l’ho passato e passo le estati più belle della mia vita, ma anche ci ho passato alcuni splendidi capodanni. A proposito plurale di Capodanno è capodanni, Capodanno o Capodanni? Bah, chissà. Però in friulano non ho dubbi primus da l’an.

Flavio Santi

Flavio Santi, scrittore italiano (nato ad Alessandria nel 1973) è di origine friulana (di Colloredo di Monte Albano), il cognome originario era Sant, la “i” finale è stata aggiunta sotto il fascismo per italianizzare il cognome della famiglia. Laureato in Filologia Medievale e Umanistica a Pavia, presso l’Almo Collegio Borromeo, con una tesi sul giurista umanista Giasone del Maino, ha poi conseguito il dottorato in Filologia moderna con una tesi dal titolo “Figurando il Paradiso: metafora religiosa e vita materiale nella letteratura italiana dalle origini fino a Dante” (Mimesis, 2016). Ha studiato poi a Ginevra sotto la guida di Guglielmo Gorni. Traduce autori classici e contemporanei, e insegna all’Università dell’Insubria di Como-Varese.

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Flavio Santi, Diario di bordo della rosa, Laurana, 2014

Ha esordito nella narrativa nel 1999 con il romanzo Diario di bordo della rosa (Laurana, 2014). Vari sono i temi trattati dallo scrittore come ad esempio il vampirismo (L’eterna notte dei Bosconero, 2006) e il precariato (La guerra civile in Italia, 2008). Tra gli altri scritti si ricordano: Aspetta primavera, Lucky (2011), Il tai e l’arte di girovagare in motocicletta. Friuli on the road (2011), il saggio L’altro cielo di Lombardia (2022).
Diverse sono le raccolte di poesia che ha pubblicato, tra cui: Rimis te sachete/Poesie in tasca (Marsilio, 2011), Mappe del genere umano (Scheiwiller, 2012). Come poeta la sua produzione è sia in lingua italiana sia in friulano. La lingua friulana si dispiega in tutte le sue potenzialità nella raccolta Rimis te sachete, (Marsilio, 2001), che gli valse diversi riconoscimenti critici, come quelli di Mario Desiati, Enzo Siciliano, Andrea Cortellessa e del poeta friulano Amedeo Giacomini.

Tra i romanzi: L’eterna notte dei Bosconero (Rizzoli, 2006), Aspetta primavera, Lucky (Socrates, 2011). Con La primavera tarda ad arrivare (Mondadori, 2016) ha inaugurato la serie gialla dell’ispettore friulano Drago Furlan (furlan: l’uomo del friuli, il friulano, nel dialetto locale), cui è seguito L’estate non perdona (Mondadori 2017).

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Flavio Santi

Vive in campagna tra il Pavese e Codugnella, la frazione friulana di cui ha parlato in Le città invisibili.

Approfitto di questa occasione, come se fosse una specie di seduta terapeutica: radiopsicoterapia. Ma sì, questo nodo lo devo sviscerare in qualche modo, lo voglio sviscerare con voi. Casa mia. Di tutte le case che ho abitato e abito a Novi Ligure, in Piemonte, a Ginevra, in Svizzera, a Pavia, fuori Pavia. Quella di Codognella è l’unica che sento davvero casa mia.
Per caso c’è in ascolto qualche psicologo che possa darmi una mano? Codugnella... non c’è niente, ma forse c’è tanto. Forse c’è tutto. Invisibile ai più. E chiusa come sigillata nel respiro di due cartelli stradali, lambita d’estate da distratti ciclisti austriaci. Invisibile in fondo ai suoi stessi abitanti...

Flavio Santi

Codugnella, di Flavio Santi

Le città Invisibili 26.04.2024, 16:05


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