Letteratura

John Barth

Un ricordo dello scrittore statunitense, considerato uno dei principali rappresentanti del movimento letterario del postmodernismo

  • 04.04.2024, 11:18
  • 04.04.2024, 11:23
John Barth

John Barth

  • Wikipedia
Di: AP/Red 

John Barth, lo scrittore statunitense considerato uno dei principali rappresentanti del movimento letterario del postmodernismo, è morto martedì 2 aprile all’età di 93 anni. Barth era autore erudito e giocoso, i suoi romanzi, cupamente comici e complicati, ruotavano intorno all’arte della letteratura e davano il via ad innumerevoli dibattiti sull’arte della narrativa.

Insieme a William Gass, Stanley Elkins e altri, Barth ha fatto parte di un’ondata di scrittori che negli anni Sessanta hanno sfidato gli standard di linguaggio e di soggetto. Autore di una ventina di libri, tra cui Giles Goat-Boy (Giles ragazzo-capra) e The Sot-Weed Factor (Il coltivatore del Maryland). Barth è stato docente universitario di scrittura creativa e ha sostenuto il postmodernismo nella letteratura, affermando che le vecchie forme erano esaurite e che erano necessari nuovi approcci.
Nel 1966 esce Giles Goat-Boy, il libro che trasforma un campus universitario in un microcosmo di un mondo minacciato dalla guerra fredda, diventa un best-seller.
L’anno successivo scrive un manifesto del postmoderno, La letteratura dell’esaurimento, in cui sosteneva che il romanzo tradizionale soffriva di un “esaurimento di certe forme”. L’influente saggio descriveva lo scrittore postmoderno come colui che “affronta un vicolo cieco intellettuale e lo impiega contro se stesso per realizzare un nuovo lavoro umano”.

In un altro saggio di 13 anni dopo, The Literature of Replenishment (La letteratura della pienezza), chiarì che non intendeva dire che il romanzo fosse morto, ma solo che aveva bisogno di un nuovo approccio.
«Mi piace ricordare a chi ha letto male il mio precedente saggio che la letteratura scritta ha in realtà circa 4’500 anni (secolo più, secolo meno, a seconda della definizione di letteratura), ma che non abbiamo modo di sapere se 4’500 anni costituiscano senilità, maturità, giovinezza o semplice infanzia», John Barth.

«È un atto donchisciottesco sperare, a quest’ora tarda del secolo, di scrivere materiale letterario e lottare contro il calo dei lettori e un mondo editoriale in cui le aziende sono di proprietà di altre aziende», ha dichiarato all’Associated Press nel 1991.

Barth ha spesso esplorato il rapporto tra narratore e pubblico nelle parodie e nella satira.
Disse di essere stato ispirato da Le mille e una notte, che ha scoperto mentre lavorava nella biblioteca di classici della Johns Hopkins University. Diceva di sentirsi come Scheherazade, cercando disperatamente di sopravvivere creando letteratura.

06:56

Addio a John Barth

Alphaville 03.04.2024, 18:05

  • Cristina Artoni

Ti potrebbe interessare