Musica

Un ricordo di Michel Petrucciani

Il 6 gennaio del 1999 ci lasciava uno dei pianisti più straordinari della sua generazione

  • 06.01.2024, 08:00
Michel Petrucciani

Michel Petrucciani in concerto al Jazz festival di Montreux nel 1983

  • Keystone
Di: Riccardo Bertoncelli 

Sono venticinque anni che Michel Petrucciani ci ha lasciato e la sua storia brilla sempre come una delle più strane e conturbanti del jazz dei nostri tempi. Un uomo martoriato dalla Natura, alto poco più di un metro, con le ossa di cristallo, accetta con infinita pazienza i suoi handicap e opera con feroce disciplina per superarli e realizzare comunque qualcosa di grande, mettendo a frutto un raro talento musicale. Non si piange addosso, non si fa compatire ma esplode con naturalezza la musica che gli batte in testa e che ha imparato a suonare al pianoforte fin da bambino. La sua fragilità non lo rende prudente, anzi: si getta nella vita con impeto, vive di eccessi e trasgressioni, sapendo che il tempo per lui corre veloce e sono tante, tantissime le cose di cui è affamato, innamorato, curioso. Alla fine saranno vent’anni di musica o poco più: ma non è il “quanto” che importa, è il “come”, una forza e una ricchezza che ci lasciano ancora oggi sbigottiti.

Petrucciani ebbe tre padri artistici: Antoine, “Tony”, il padre biologico, chitarrista jazz che lo spinse con feroce determinazione al mestiere e alla fama; Aldo Romano, lo storico batterista che lo fece crescere ancora adolescente nella Parigi degli anni ‘70; e soprattutto Charles Lloyd, che lo accolse con entusiasmo e stupore nel 1982, quando il ragazzo gli fece visita per una sorta di verifica decisiva. Lloyd si era da tempo ritirato dalle scene, dopo aver perso l’entusiasmo che lo aveva animato negli anni ‘60. Abitava nella solitudine selvaggia di Big Sur, sulla costa della California, e lì andò a trovarlo Petrucciani, che timidamente provò a suonare qualcosa al pianoforte di casa. Quella improvvisata performance fu una scossa per Lloyd, che tornò il geniale talent scout di quindici anni prima, quando aveva scoperto e fatto crescere Keith Jarrett e Jack DeJohnette. Lo straordinario incontro lo convinse a rifondare il Charles Lloyd Quartet e a riservare al giovanissimo pianista un ruolo fondamentale.

Furono tre anni decisivi, culminati con una memorabile esibizione al festival di Montreux del 1982. Il nome di Petrucciani cominciò a circolare a livello internazionale e il ragazzo, che aveva esordito su disco ancora teenager con una serie di LP per piccole sigle francesi, salì ai piani alti della discografia strappando un prestigioso ingaggio con la Blue Note. Per la storica etichetta di Alfred Lion firmò alcune delle sue opere più memorabili, da Pianism al live ancora a Montreux con Jim Hall e Wayne Shorter (Power Of Three), fino al più complesso Manhattan Project, in sestetto. Pianista acustico per eccellenza, si aprì un po’ per volta ai suoni elettronici e affrontò le nuove tecnologie con la convinzione che non si poteva rimanere insensibili davanti a quella grande sfida. Nel catalogo Blue Note, e nei capitoli finali con la Dreyfus, c’è tutto questo e altro ancora; il gusto per il “piano solo” e la versatilità del repertorio, con pagine sue originali e tutto un diorama di classici dal passato jazz, a cominciare dall’omaggio a Ellington di Promenade With Duke, il disco del 1992 con personalissime interpretazioni di nove brani del maestro.

Il dolore del suo handicap fisico accompagnò Petrucciani per tutta la vita. Lui sopportò stoicamente, senza mai risparmiarsi, fino a duecento show all’anno mentre il suo corpo letteralmente si sgretolava. Morì a New York con l’agenda fitta di concerti e di progetti, indomito fino all’ultimo. Quando pochi giorni prima aveva compiuto trentasei anni, aveva fatto notare che in fondo erano “due più di Charlie Parker”.

Michel Petrucciani, un ritratto

  • Michel Petrucciani (1./5)

    Birdland 22.03.2016, 00:00

  • Michel Petrucciani (2./5)

    Birdland 23.03.2016, 00:00

  • Michel Petrucciani (3./5)

    Birdland 24.03.2016, 00:00

  • Michel Petrucciani (4./5)

    Birdland 25.03.2016, 00:00

  • Michel Petrucciani (5./5)

    Birdland 26.03.2016, 00:00

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