MUSICA POP

È finito il Marrageddon, il Festival hip hop creato da Marracash

La nuova era dei live

  • 08.10.2023, 09:00
Off the record - Marracash
Di: Simona Rodesino 

Ci sono tanti motivi per i quali il “Marrageddon” può essere considerato rivoluzionario in Italia. C’entra il tipo di evento-ovvero un festival per celebrare il rap al suo massimo- la line up, l’hype attorno a Marracash, ma anche l’estetica. Sì, perché il festival è stato un vero show, con l’utilizzo di visual ed effetti speciali che l’hanno innalzato a un altro livello. Ma ci arriviamo.
Nell’anno del cinquantesimo anniversario della nascita dell’hip hop, il rapper Marracash ha deciso di dare vita ad un evento unico, senza precedenti né rivali. Un festival che si è concluso da poco e che ha toccato due città, Milano il 23 settembre e Napoli il 30 settembre. Ha ospitato complessivamente circa 140’000 spettatori, oltre ad attivare un livestream su Twitch. La formula è semplice, ma ha fatto centro: mettere in primo piano il rap, senza sconti, e farlo brillare. Marracash ha radunato alcuni dei principali esponenti della scena in Italia e li ha fatti esibire uno dopo l’altro. Il risultato è una festa, un evento d’appartenenza, fortemente identitario. Sul palco si sono susseguiti pesi massimi come Guè, Salmo, Fabri Fibra e naturalmente Marracash accanto ad artisti più giovani come Lazza, Kid Yugi, Madame e Blanco. Alcuni annunciati, altri a sorpresa.

Dobbiamo dirlo, Marracash in fondo non ha inventato nulla. Eventi simili a questo, soprattutto negli Stati Uniti, sono stati fatti più volte. Però il merito dell’artista è quello di aver portato in Italia questo concetto di live per la prima volta. C’è chi potrebbe dire che, più che di un festival con protagonista il rap, si sia trattato di un festival con protagonista Marra. Insomma, il leading actor con i supporting actor che gli gravitano attorno. Non a caso, si chiama “Marrageddon” e segue la sua direzione artistica. Il rapper ha deciso chi si sarebbe esibito e chi no e questo, forzatamente, esclude altri nomi, altri rappresentanti del genere. D’altro canto, senza una figura forte come quella di Marracash- con il suo status unico nel panorama hip hop italiano- un’operazione di questo livello difficilmente avrebbe avuto luogo. Quindi, chapaeu. 

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Estratto intervista di Spam a Gue sul Marrageddon

RSI Musica 06.10.2023, 16:26

L’evento è stato una prima, una rivoluzione, anche per quanto riguarda l’estetica e la scenografia. All’estero, principalmente negli Stati Uniti e nel Regno Unito, si punta molto sul concetto di show a tutto tondo, che non sia unicamente musicale ma anche visivamente potente e coinvolgente. Esiste una figura professionale, l’Sfx artist, che crea visual ed effetti speciali per concerti e spettacoli.
In realtà, la tecnologia fa parte dei live da molti anni. Per esempio, i Pink Floyd hanno spettacolarizzato i loro concerti negli anni ‘80 in un modo che era avveniristico per quel tempo. Oggi i Coldplay sono celebri per i loro show giganteschi, ammalianti, ricchi di luci, colori, effetti speciali e braccialetti che si illuminano. Si fa fatica a chiamarli solo concerti, perché sono delle vere esperienze. Ma non sono certo gli unici. Proprio la settimana scorsa, al Venetian Resort di Las Vegas, è stata inaugurata la futuristica “The Sphere”. Si tratta della costruzione sferica più grande al mondo, alta 112 metri e larga 157. Parlando di visual, è dotata di 15’000 metri quadrati di schermi led in grado di proiettare video da 260 milioni di pixel. I primi ad esibirsi sono stati gli U2, offrendo un’esperienza totalmente immersiva e suggestiva mai vista prima al pubblico. “The Sphere” sicuramente crea uno spartiacque significativo tra il passato e il futuro dell’intrattenimento e delle performance dal vivo.  

Ecco allora che, nel solco di questa tecnologia che avanza, ispirandosi ad esempi esteri, il “Marrageddon” ha portato al pubblico italiano uno show inedito. Lo spettacolo ha integrato laser, fuochi d’artificio, fiamme e 1000 metri quadrati di ledwall, oltre a cavi di sospensione per sollevarsi sopra al corpo di ballo. Insomma, gli sforzi profusi sono evidenti e hanno fatto breccia. Certo, la creazione di questi tipi di show comporta delle sfide e dei limiti, come i costi, la sicurezza, la logistica e la disponibilità delle strutture adatte ad ospitarli.
In qualche modo, dunque, il “Marrageddon” ha creato un precedente nel mondo del rap e dei live in Italia e tutto quello che verrà dopo ne dovrà tenere conto. Che sia il primo caso di molti a seguire, ce lo dirà la storia. Quello che è certo, è che eventi con questo alto potere aggregativo, non possono che fare un gran bene a un genere che non accenna a fermare la sua avanzata tra le generazioni.

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Il musicista e i suoi fan: quale rapporto?

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